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Restano in carcere Simone e Giuseppe Santoleri. Il giallo della morte di Renata

renata rapposelli

Il Tribunale del Riesame di L’Aquila ha rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati di Simone e Giuseppe Santoleri, rispettivamente figlio ed ex marito della pittrice teatina Renata Rapposelli, il cui corpo senza vita venne ritrovato il 12 novembre sul greto del fiume Chienti. I due sono detenuti dal 6 marzo scorso. Il padre Giuseppe è nel carcere Castrogno di Teramo, il figlio Simone è stato trasferito da Teramo al carcere di Lanciano il 13 aprile. Per entrambi l’accusa è di omicidio volontario aggravato e sottrazione di cadavere. Il Tribunale del riesame nel confermare l’ordinanza di custodia cautelare, fissa in 45 giorni il deposito delle motivazioni.

Ha avuto nel frattempo inizio l’analisi del Dna prelevato dal corpo di Renata Rapposelli, in comparazione con i campioni, di cui i laboratori sono già in possesso, per arrivare ad una possibile certezza. Simone e Giuseppe Santoleri sono stati arrestati il 6 marzo scorso nella loro abitazione di Giulianova.

Si cercano al momento tracce di un presunto avvelenamento attraverso le larve presenti nell’intestino della donna. Se non venissero fuori risultanze degne di nota, rimarranno in campo solo le ipotesi di uno strangolamento o di un soffocamento. “Per assurdo – dice l’avvocato della difesa Gianluca Reitano -, allo stato attuale delle cose, si potrebbe anche pensare che la donna possa essere morta per cause naturali”. A breve ci potrebbero essere invece novità per quanto riguarda le analisi condotte dai Ris.

Il 9 ottobre 2017 la donna è partita per Giulianova da Ancona, dov’è la sua abitazione, perché preoccupata delle condizioni di salute del figlio Simone. L’incontro è rapidamente degenerato in un furibondo litigio scaturito, con grandissima probabilità, da motivazioni di tipo economico.

Intorno alle 17.00 dello stesso giorno, secondo quanto asserito dalla farmacista di Tortoreto che l’avrebbe vista, la donna avrebbe preso un calmante e probabilmente strisciato il proprio codice fiscale (circostanza, questa, mai confermata in via ufficiale). In serata il cellulare di Renata si spegne e si spengono nella stessa fascia oraria, per essere riattivati solo tre giorni dopo, i telefoni dell’ex marito e del figlio. La difesa, lo ricordiamo, contesta inoltre il fotogramma che ritrarrebbe l’auto dei Santoleri a Tolentino il 12 ottobre: il veicolo ripreso non corrisponderebbe nei dettagli alla vettura in possesso di Simone e Giuseppe.

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