venerdì, Marzo 29, 2024
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La Natività di Elio Angeletti cerca “casa” in attesa che rinasca Castelsantangelo sul Nera

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di Elisa Cinquepalmi

“Tenere il Presepe della Ricostruzione a Macerata fino a quando Castelsantangelo sul Nera non tornerà ad essere di nuovo agibile”.
È questo l’appello di Maurizio Angeletti e Ovidio Monaco, figlio e nipote di Elio Angeletti, creatore oltre 70 anni fa a Macerata del celebre presepe meccanico, recuperato dai Vigili del fuoco sotto le macerie di Castelsantangelo dove era ‘emigrato’ nei primi anni del Duemila, dopo la morte del fondatore, uno dei primi tredici soci che realizzarono la cooperativa dei panettieri Parima (la prima del genere nelle Marche).
Appassionato del suo lavoro e della società sportiva Maceratese, Elio Angeletti aveva curato ogni singolo dettaglio della sua ‘creatura’ semimovente, che da decenni genera curiosità tra i visitatori: ed un successo si è rivelato il suo ritorno nel capoluogo, a cura di VF, Cosmari, Comune e Proloco di Macerata, con esposizione sino all’Epifania in via don Minzoni, 7 dove ben 1.500 persone lo hanno visitato.
Da genio delle automazioni, Angeletti,  prese alcuni pezzi meccanici di lavatrici, per rendere ‘vive’ le statuette del presepe, facendo così della Natività (ogni anno lavorandoci da settembre a dicembre) un momento unico e speciale come vuole la tradizione.
La sua statuetta preferita? Ovviamente il fornaio, curato nel minimo dettaglio.
Ma la cosa più bella di questo presepe è l’anima, un elemento che racchiude il significato del Natale e la grande passione di Elio Angeletti, che dopo essere andato in pensione continuava a dedicare ancor più tempo alla sua creazione.
“Mio padre – dice Maurizio Angeletti- aveva un modo suo di porsi: ricordo la sua calma quando era impegnato nella realizzazione del presepe”. Che ha ancora conquistato il cuore di tutti. Tante famiglie si sono recate in centro per visitare il presepe meccanico, unico nel suo genere, che è stato accolto con commozione anche dai cultori del genere, tra questi Maurizio Piergiacomi che agli Antichi Forni ha allestito un’apprezzata mostra di presepi in miniatura .
“Ricordo -afferma Ovidio Monaco, già geometra dell’Ufficio tecnico comunale- che a Castelsantangelo sul Nera, il presepe era visitato dai turisti, anche durante gli altri periodi e non solo a Natale. Tuttavia adesso fino a quando il paese non sarà agibile sarebbe  opportuno trovare una sistemazione per il capolavoro di mio zio Angeletti”.
Il pensiero di Ovidio però va sempre a Castelsantangelo sul Nera e ai luoghi segnati dal sisma che nonostante le difficoltà, cercano di andare avanti.
“Sempre all’interno delle casette S.A.E. – dice Ovidio- hanno riaperto bar e generi alimentari, compresa la nota
‘Norcineria’. I giovani lavorano negli stabilimenti “Nerea” e  “Svila”, però c’è un calo delle attività. Occorre sistemare la viabilità per il turismo e cominciare a ricostruire gli edifici, iniziando dalla Chiesa della Madonna dell’Icona e dal muro del cimitero, crollato a causa delle scosse.
Ci sono circa 19 Chiese che non sono ancora agibili, quindi richiamo l’attenzione di comitati, amministrazioni e residenti, perché solo se siamo uniti possiamo dare di nuovo vita a Castelsantangelo sul Nera”.
Ma l’emergenza, al momento, è quella dell’ubicazione del Presepe ‘della Ricostruzione’. Si attende una parola del sindaco per rendere permanente un’ubicazione (e perché no? un’esposizione segnaletica dei problemi del cratere sismico) per la ‘creatura’ del panettiere, sopravvissuta al terremoto più devastante degli ultimi 160 anni nel ‘cuore’ della terra che trema: Castelsantangelo sul Nera, paese-martire ed icona stessa di questa calamità epocale.

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