venerdì, Aprile 19, 2024
Home > Arte, Cultura e Spettacoli > Il film consigliato stasera in TV: “STAR WARS: L’IMPERO COLPISCE ANCORA” lunedì 29 aprile 2019

Il film consigliato stasera in TV: “STAR WARS: L’IMPERO COLPISCE ANCORA” lunedì 29 aprile 2019

Il film consigliato stasera in TV: “STAR WARS: L’IMPERO COLPISCE ANCORA” lunedì 29 aprile 2019 alle 21:30 su ITALIA 1 

L’Impero colpisce ancora (The Empire Strikes Back), noto anche comeStar Wars: Episodio V – L’Impero colpisce ancora, è un film del 1980 diretto da Irvin Kershner.

Seguito di Guerre stellari, è il secondo film in ordine di produzione (quinto in ordine di cronologia interna della serie) dell’omonima saga fantascientificaideata da George Lucas ambientato tre anni dopo le vicende raccontate inGuerre stellari[6] ed è il secondo atto della trilogia originale (Episodi IV, V e VI).

L’Impero Galattico, sotto la guida del perfido Dart Fener è alla ricerca di Luke Skywalker e delle forze dell’Alleanza Ribelle. Mentre gli amici di Luke, Ian Soloe Leila Organa, sono impegnati a fuggire dalla minaccia imperiale, il giovane eroe viene inviato da Obi-Wan Kenobi dal vecchio maestro Jedi Yoda, al fine di completare l’addestramento, per potersi confrontare con Fener e salvare i suoi compagni.

Il film, a cui presero parte Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Billy Dee Williams, Alec Guinness, Anthony Daniels e Frank Oz, venne prodotto in maniera indipendente dallo stesso Lucas, senza l’influenza di uno studio cinematografico, ed ebbe una realizzazione travagliata, vessata da ritardi, screzi all’interno della troupe e inagibilità dei set.[7][8]

Accolto tiepidamente dalla critica, straniata dal brusco cambio di atmosfere della pellicola rispetto al suo predecessore, L’Impero colpisce ancora vinse due premi Oscar diventando negli anni un fenomeno culturale ed è oggi considerato il miglior film della saga e una delle migliori pellicole di fantascienza mai realizzate.[8][9] Al netto dell’inflazione, il film è il dodicesimo nella lista dei maggiori incassi di sempre negli Stati Uniti d’America e inCanada, essendo riuscito a staccare più di 98 milioni di biglietti nei due paesi.

Nel 2010 venne scelto per la conservazione nel National Film Registry dellaBiblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America in quanto «film culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo».

 

Sono trascorsi tre anni dalla battaglia di Yavin e le forze dell’Alleanza Ribelle,[6] capeggiate da Luke Skywalker, Leila Organa, Ian Solo, Chewbecca, D-3BO e C1-P8 sono costrette a rifugiarsi sul gelido pianeta Hoth per sfuggire alla persecuzione da parte delle armate imperiali. Queste, guidate dal malvagio Dart Fener, sono decise a stroncare una volta per tutte i focolai di ribellione, soprattutto dopo la distruzione della Morte Nera. Pur di catturare i suoi nemici, Fener ha inviato ai più remoti confini dello spazio dei droidi-sonda e ha preso al proprio servizio un drappello di cacciatori di taglie, tra cui spicca l’abile Boba Fett, desiderosi soprattutto di catturare Ian, sul quale il perfido criminale Jabba the Hutt ha posto una taglia.

Durante una ricognizione Luke viene attaccato da un Wampa, un pericoloso animale alieno delle nevi, ma riesce a sfuggirgli tagliandogli un braccio con la vecchia spada laser di suo padre, donatagli dal suo defunto maestro Obi-Wan Kenobi, che, in forma spirituale, gli compare poco dopo per dirgli di andare sul pianeta Dagobah per farsi addestrare dal misterioso maestro Yoda.

Alla base, Leila e Ian non fanno che battibeccare tra di loro e, quando Luke viene riportato alla base, Leila lo bacia per infastidire Ian, che malcela la gelosia. Poco dopo, le basi ribelli vengono individuate da un droide-sonda imperiale atterrato sul pianeta. Dart Fener, ricevute le informazioni dal droide, invia un nucleo di truppe per sferrare l’attacco. Scoppia labattaglia di Hoth: assaliti in forze, i Ribelli tentano di opporre resistenza e riescono a distruggere alcuni AT-AT Imperiali ma, di fronte alla potenza del loro attacco, sono costretti a lasciare il pianeta a bordo delle loro astronavi, con l’obiettivo di riunirsi. Leila, Ian, Chewbecca e D-3BO scappano a bordo del Millennium Falcon, mentre Luke e C1-P8, anziché recarsi al rendez-vous ribelle, fanno rotta a bordo di un X-wing verso Dagobah, pianeta sul quale Luke viene istruito dall’anziano Yoda, inizialmente restio, ma infine convinto da Obi-Wan. Il maestro Jedi insegna a Luke le vie della Forza ma capisce che il ragazzo è impaziente e non abbastanza convinto dei propri mezzi.

Durante il viaggio, Leila e Ian continuano a bisticciare e, in un momento d’intimità, si scambiano un bacio fugace. Il gruppo arriva a Città delle Nuvole, la capitale volante del pianeta Bespin e grosso centro industriale amministrato da Lando Calrissian, un amico di vecchia data di Ian. Essi però ignorano di essere spiati da Boba Fett. Subito dopo il loro arrivo, Lando li consegna a Fener che ha deciso di utilizzarli come esca per tendere una trappola a Luke. Lando cerca di spiegare a Ian e Leila di essere stato costretto a tradirli per evitare che l’Impero occupasse la sua città. Su Dagobah, Luke, diventato sensibile ai richiami della Forza, avverte che i suoi amici sono in pericolo e parte a salvarli nonostante l’ammonimento di Yoda, che gli aveva consigliato di terminare l’addestramento.

Una volta catturato, Fener ha intenzione di tenere Luke in ibernazione nella grafite e sceglie Ian per testare il processo. Prima che venga ibernato, Leila gli confessa il suo amore. Ian viene così ibernato in una lastra di grafite e Fener lo cede a Boba Fett, che vuole portarlo da Jabba the Hutt per riscuoterne la taglia. Lando, pentito del proprio tradimento, aiuta Leila e gli altri a scappare.

Nel frattempo Luke arriva alla Città delle Nuvole, cadendo nella trappola tesagli da Fener; i due ingaggiano quindi un duello con le spade laser. Al termine del duello, Fener riesce a mozzare la mano a Luke, ma anziché ucciderlo gli offre di governare la galassia insieme a lui ma Luke rifiuta, Fener per convincerlo gli rivela di essere suo padre. Incredulo, Luke urla di dolore e rabbia. Non avendo altra scelta, si lancia giù nel condotto d’aria, verso quella che crede sia una morte certa, fino a raggiungere un sistema di tubi che lo espelle all’esterno. Ormai privo di forze, indolenzito, pieno di lividi, graffi e ferite, riesce soltanto ad aggrapparsi con le gambe a delle antenne poste sotto la pancia della Città delle Nuvole, per poi lanciare un appello telepatico che viene sentito da Leila, la quale convince Chewbecca, in quel momento al comando delMillennium Falcon, a tornare indietro a raccoglierlo.

Ormai fuori pericolo, Luke viene preso a bordo di una fregata medica ribelle dove gli viene impiantata una mano artificiale. Mentre Luke, Leila, C1-P8 e D-3BO guardano fuori dal centro medico verso la galassia, Lando e Chewbecca partono alla volta del pianeta Tatooine per trovare il palazzo di Jabba the Hutt dove viene tenuto Ian.

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Il cast del film ricalcò quello del precedente episodio e furono poche le aggiunte al gruppo di lavoro. Una delle particolarità fu quella di assumere attori britannici per tutti i ruoli imperiali: nelle intenzioni del regista tutti i cattivi dovevano avere un accento inglese, mentre i buoni dovevano essere americani. Essendo il film stato girato in Inghilterra molte delle comparse militanti tra l’Alleanza Ribelle erano inglesi e vennero doppiate in post-produzione da attori americani.[33]

  • Mark Hamill è Luke Skywalker. Hamill affermò di aver cambiato metodo di recitazione rispetto al primo film: «Per rendere la crescita del personaggio più evidente e appagante».[34] Il regista lo definì «Un ottimo attore, con una grande tecnica, senso dell’umorismo e generoso di spirito, posso parlarci in modo diretto»[35]. Dato che verso la fine delle riprese di Guerre stellari, Mark Hamill si era rotto naso e zigomo in un incidente automobilistico[36] ed era stato sostituito da una controfigura, si diffuse la diceria che la scena iniziale dal Wampa fosse un accomodamento per giustificare il fatto che il viso di Mark Hamill era troppo cambiato, ma Lucas confermò che la sequenza era già presente nella sceneggiatura.[33] Rimase inoltre isolato dal resto del cast per la maggior parte della lavorazione: «Nell’ordine del giornosi leggeva “Attori: Mark Hamill. Attrezzi di scena: rocce, rami, serpenti”. Era esasperante».[7]
  • Carrie Fisher è Leila Organa. L’attrice dovette spesso assentarsi dal set per problemi di salute conseguenti l’abuso dicocaina.[26][37] Ciononostante, la Fisher venne descritta dal regista come «Un’attrice nata, con una voce bellissima, anche se cerca sempre di accontentare tutti. Spesso devo incoraggiarla per non scegliere la strada facile perché crede di farmi piacere, ma di fare ciò che la sua intelligenza e sensibilità le dicono di fare».[35]
  • Harrison Ford è Ian Solo; l’attore ritornò dei panni del personaggio dopo il successo del primo capitolo e venne coinvolto nella realizzazione del film, lavorando attivamente con Kershner per perfezionare le scene che lo vedevano protagonista.[26] «Mi sento come un assistente narratore» disse, parlando del suo metodo di lavoro con il regista.[26] Sul set si rivelò il più stretto collaboratore di Kershner,[38] il quale spese parole di encomio per l’attore: «Harrison è una gioia, è introspettivo e mai soddisfatto, si crea dei problemi per trovare, nella risoluzione del problema, una strada che lo soddisfi».[35]
  • Billy Dee Williams è Lando Calrissian; inizialmente chiamato Lando Kadar, avrebbe dovuto essere un clone scampato alle omonime guerre,[8] ma venne in seguito scritto come «Un personaggio alla cappa e spada grandioso da interpretare».[39] Primo attore di colore a comparire nella saga, venne assunto per evitare le accuse di razzismo che sarebbero potute piovere sulla serie.[40][41]
  • Frank Oz è Yoda. Cresciuto professionalmente sotto l’ala di Jim Henson, Oz entrò in gioco dopo che Henson lo raccomandò a Lucas come uno dei più capaci burattinai del settore.[8] Henson permise a Oz di lavorare al film per poter capire come approcciarsi a un film a grosso budget, in previsione della loro regia su The Dark Crystal.[42] L’attore lavorò per due settimane nell’ostico set di Dagobah,[43] costruito un metro e mezzo sollevato da terra per accomodare Oz e le tre persone che lo aiutarono a portare in vita il personaggio, una per manovrare le orecchie, una per gli occhi e una per azionare la mano sinistra.[44] Il linguaggio di Yoda, inizialmente pensato come una tantum, venne ampliato da Oz che, dopo aver letto il copione, chiese di parlare sempre nella caratteristica maniera del personaggio invece che occasionalmente, come prevedeva la sceneggiatura.[44] Ciononostante, quella di Oz sarebbe dovuta essere una traccia vocale temporanea: Lucas, che aveva dapprima rifiutato la sua candidatura come doppiatore del personaggio, lo ricontattò solo durante la post-produzione per affidargli il ruolo.[45]
  • Anthony Daniels è D-3BO, il droide protocollare in coppia con C1-P8 (Kenny Baker). Kershner lo utilizzò, insieme agli altri personaggi di contorno, in maniera differente rispetto al primo episodio: «D-3BO è il mio attore shakespeariano, lo sfogo comico del film, aveva l’elemento comico che cercavo costantemente».[33] Similmente, Chewbecca (Peter Mayhew) ottenne più spessore diventando protagonista di alcuni momenti emotivamente cruciali.[33]
  • Jeremy Bulloch interpreta Boba Fett. Il cognato di Bulloch, Robert Watts, era produttore associato sul film e lo sottopose all’attenzione di Kurtz, il quale gli chiese di provare il costume, non suscettibile a modifiche per accomodare altre stazze.[46] L’attore basò la sua performance sul personaggio di Clint Eastwood dell’uomo senza nome in Per un pugno di dollari, imitandone la postura e il modo in cui impugna l’arma.[47] Il personaggio venne poi doppiato da Jason Wingreen; nelle versioni del film successive al 2004 la voce di Boba Fett appartiene a Temuera Morrison.
  • David Prowse è Dart Fener. L’attore interpretò il personaggio sul set, ma a dargli la voce venne chiamato James Earl Jones, mentre Bob Anderson lo sostituì durante il duello finale;[14] secondo il supervisore degli stuntman Peter Diamond, la controfigura portò alla scena un nuovo aspetto interpretativo, l’effetto staccato del dare colpi intervellati da lunghe pause, che diede alla scena una forte tensione drammatica.[14] Per evitare delle fughe di notizie, a Prowse venne consegnata la sceneggiatura con un finto finale, in cui Fener rivela che a uccidere il padre di Luke era stato Obi-Wan.[40] Kershner, poco prima di girare la scena, prese da parte Hamill e gli rivelò la vera reazione che avrebbe dovuto avere, dicendogli di non badare alla battuta che avrebbe pronunciato Prowse.[21] Fino alla prima del film, nessun altro membro del cast conobbe il vero finale della pellicola.[33][48]
  • Marjorie Eaton è l’Imperatore. Il ruolo viene talora erroneamente attribuito a Elaine Baker, all’epoca moglie del truccatore Rick Baker, la quale testò solamente il trucco. La Eaton, invece, prestò il volto al personaggio, il quale venne creato sovrapponendo alla faccia dell’attrice gli occhi di uno scimpanzé, per renderla più aliena e inquietante.[32][49] La voce appartiene invece all’attore Clive Revill. Nelle versioni del film successive al 2004 Palpatine è interpretato da Ian McDiarmid.
  • Alec Guinness è Obi-Wan Kenobi, il mentore di Luke che ricompare sotto forma di spirito. L’attore, noto per il suo scarso gradimento della saga, venne filmato dopo la fine delle riprese.[33] Il regista notò che, nonostante questo, s’impegnò seriamente per il ruolo, scrivendo su un libretto le battute e segnandole con l’enfasi e l’intonazione che voleva dare loro.[33]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

La genesi[modifica | modifica wikitesto]

George Lucas, ideatore della saga di Guerre stellari, il 6 settembre 2009 sul red carpet durante la 66ª Mostra del cinema di Venezia

Diversi elementi riguardanti gli eventi antecedenti alla produzione di Guerre stellari sono sempre rimasti nell’ombra, per volere del creatore George Lucas,[8] convinto che tale scelta avrebbe potuto arricchire l’aura di mistero che ha sempre aleggiato sul film.[9][10] Una delle teorie più accreditate al riguardo era quella secondo cui Lucas avrebbe voluto rilanciare il genere space opera,[11] creando un miscuglio tra cinema, televisione e fumetti, prendendo ispirazione da Flash Gordon, un popolare fumetto degli Anni Cinquanta,[12] di cui Lucas era un appassionato lettore da giovane.[13] Il suo primo film per la Warner Bros., L’uomo che fuggì dal futuro, realizzato insieme all’amicoFrancis Ford Coppola agli American Zoetrope nel 1971, fu seguito da American Graffiti nel 1973, in cui Lucas volle ripercorrere la sua adolescenza in una cittadina della California attraverso gli occhi di un giovane ragazzo americano.[14][15]

Nel maggio del 1973, durante il Festival di Cannes, dopo aver fatto proiettare fuori concorso la première di L’uomo che fuggì dal futuro,[16] la United Artists offrì a Lucas un contratto che gli avrebbe garantito un sostegno finanziario per il suo prossimo film, un’opera totalmente incentrata sulle avventure di Flash Gordon, ancora in fase di sviluppo e senza la stesura definitiva.[17] Nello stesso anno, tuttavia, rinunciò all’idea di acquistare i diritti dell’omonimo serial cinematograficoFlash Gordon del 1936.[18] Il regista avrebbe reso le sue motivazioni di dominio pubblico solo in un’intervista per il TIME nel 1999:

«All’epoca, ero affascinato dall’idea di fare una specie di remake di Flash Gordon, con i dialoghi e tutto, ma non sono riuscito ad ottenere i diritti per i personaggi. Così feci qualche ricerca, e scoprii che Alex Raymond aveva tratto ispirazione dalle opere di Edgar Rice Burroughs (autore di Tarzan delle scimmie), e specialmente dalla serie di libri John Carter di Marte. A sua volta, la serie fu lo sviluppo di Gulliver su Marte, pubblicato nel 1905. Questa fu l’unica storia del genere che riuscii a trovare. Giulio Verne poi, si era prefissato un progetto che non ebbe mai la possibilità di cominciare: un eroe in lotta contro le creature dello spazio. Un nuovo genere sviluppato ed estratto dal genio della sua mente.[19][20][21]»

Lo Skywalker Ranch a Nicasio, in California, luogo in cui Lucas lavorò per diversi anni prima di dar vita a Guerre stellari

Dopo aver cercato invano di acquisire i diritti per il film di Flash Gordon, Lucas venne accompagnato dall’amico Francis Ford Coppola all’entrata dell’MGM Tower, sede della celebre Metro-Goldwyn-Mayer, per mostrare ai direttori il copione diAmerican Graffiti.[18] L’esito non fu positivo, e con esso Lucas vide dissolversi le sue possibilità di diventare un artista affermato.[22] Assieme ad American Graffiti, il regista aveva portato con sé anche un altro sunto, che però reputava non abbastanza convincente, e che perciò aveva represso nella sua vasta libreria di film scartati.[23][24] Si trattava di The Star Wars, una raccolta di 14 pagine, scritta insieme all’amico e partner produttivo Gary Kurtz e finita il 25 maggio 1973 allo Skywalker Ranch, il ranch cinematografico personale di Lucas, situato sulle colline di Nicasio, nella Contea di Marin, California.[25] Dopo aver trascorso i successivi due anni per la lavorazione ad American Graffiti (che nel frattempo era stato accettato dall’Universal Pictures), Lucas perse interesse verso The Star Wars.[8]

Il processo di scrittura della sceneggiatura originale di The Star Wars ebbe origine nel gennaio del 1973.[26] Nel corso di tre anni, Lucas e Kurtz rimasero rinchiusi all’interno dello Skywalker Ranch per otto ore al giorno, cinque giorni a settimana.[27]Durante questo travagliato periodo, Lucas avrebbe scartato diverse parti del trattamento, inclusi nomi di personaggi, droidi e pianeti, per poi inserirli alcuni decenni dopo nelle stesure finali della Trilogia Prequel (Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni e Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith).[28][29] Il 17 aprile 1973 il regista, non soddisfatto del lavoro svolto, a detta sua dalla trama troppo complessa, ricreò a modo suo lo svolgimento del film, attingendo in particolar modo al jidaigeki La fortezza nascosta di Akira Kurosawa.[30] Durante un’intervista svoltasi nel suo ranch nel 1977, Lucas spiegò:

«Quando iniziai a scrivere, m’intrigava l’idea di trasformare due robot in esseri umani e di farne i personaggi più interessanti in termini di comicità. Volevo usarli come ossatura attorno alla quale costruire il film. Sapevo di mettermi in un mare di guai.[31]»

Nel 1975, George Lucas pensò che sarebbe stata una buona idea proporre il film (che durante il processo di rifinitura era stato mutato in Star Wars)[27] all’Universal Pictures, lo stesso studio che aveva deciso di finanziare American Graffiti.[32] Il presidente della Decca Records Lew Wasserman, tuttavia, non si mostrò affatto interessato al genere, considerandolo «alquanto strano», mentre Lucas non si mostrò sorpreso del rifiuto dell’Universal, dato che «come i miei film, sono sempre stato ostacolato ed etichettato strano dalle grandi major della New Hollywood».[23][33] Nel 1977, inoltre, spiegò che lo scopo principale di Guerre stellari non era quello di proiettare il mondo in una realtà distopica, ma di creare un connubio perfetto tra il fantasy e azione, molto più vicino ai lavori dei fratelli Grimm che alla concezione comune della fantascienza.[34] Nello stesso anno, il produttore Gary Kurtz aggiunse:

«Il suo obiettivo era quello di mettere in risalto gli aspetti mistici e psicologici dei personaggi, che alla fine sono sempre quelli che assicurano il trionfo del Bene sul Male, come in ogni fiaba.[35][36][37]»

Sulla base di quanto prevedeva il trattamento scritto da Lucas, il budget avrebbe dovuto essere elevatissimo, dati i toni epico-drammatici descritti nel copione, le molte scene d’azione e le battaglie tra i veicoli spaziali.[38] La Lucasfilm partì da un budget iniziale compreso tra gli $8 e i $10 milioni (entrambe cifre ben al di sotto rispetto agli standard di Hollywood), salito poi a $11 milioni per coprire i costi della costruzione dei modellini e pagare le tasse richieste per girare le sequenze del primo atto.[24][39][40] Lucas riuscì a persuadere Alan Ladd, Jr., capo della 20th Century Fox,[41] a fornirgli il benestare per la realizzazione del progetto poiché, come detto dallo stesso Ladd, «mi fidavo di George, ma non mi fidavo del film».[42][43]George Lucas ottenne così un compenso di $150,000 per scrivere e dirigere il film che, ora, per la prima volta, sarebbe diventato realtà.

Regia di George Lucas

Con: Mark Hamill, Harrison Ford e Carrie Fisher

Fonte: WIKIPEDIA