domenica, Maggio 26, 2024
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“51 Rose rosse per accompagnare il tuo ultimo viaggio, papà”

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di Anna Maria Cecchini

RECANATI – Le parole dell’omelia di Padre Roberto Zorzolo e del concelebrante Padre Floriano, sulle note di brani di Chopin, Hendel, Gounod e Beethoven, eseguiti dalla pianista Ilaria Baleani, hanno suggellato l’addio a Vanni, conte Leopardi, aristocratico di nascita, nobile d’animo e gentil aspetto, nel pomeriggio di ieri, nella Chiesa di Santa Maria di Montemorello, la stessa ove fu battezzato il suo illustre avo Giacomo, nume tutelare della famiglia Leopardi.

51 rose rosse, una per ogni anno trascorso insieme, dono della figlia Olimpia, a formare quasi un cuore, simbolo della sua grande generosità, una vita spesa per tutelare, proteggere, promuovere il patrimonio culturale di zio Giacomo, nella consapevolezza come in queste ore ha ricordato il vice Presidente del FAI, Marco Magnifico che appartenere ad una classe privilegiata comporta anche una grossa responsabilità ereditata, non scelta, tuttavia accettata e rafforzata dalla sua condotta morale, dalle sue scelte di vita e dalle sue azioni volte sempre a perseguire il bene comune, un servizio alla collettività; interpretando magnificamente il senso dell’art.118 della nostra Costituzione, che affida ad ognuno di noi un ruolo sussidiario a quello dello Stato nel compiere azioni che vadano a beneficio della società. Lezioni di grande civiltà, esempio per i giovani a cui come ricorda, visibilmente commosso, Fabio Corvatta, Presidente Studi Leopardiani, si era rivolto nel discorso di inaugurazione dell’Orto dell’Infinito quel 26 settembre da poco trascorso.

In prima fila l’amata Olimpia con i nipoti del Conte, Gregorio, Diana, Ettore e Pier Francesco, suo fratello Mimmo assente, piegato dal dolore. Presenti le massime autorità, tra cui il Sindaco di Recanati Antonio Bravi che ha voluto ricordare il suo grande rispetto per le istituzioni e i comuni cittadini, il suo impegno civico, i suoi interessi culturali, la naturale propensione ambientalista e la sua vita da custode e ambasciatore del pensiero leopardiano custodito nell’opera del poeta sempre viva ed attuale anche grazie alla sua devota ed attenta divulgazione. Tra gli intervenuti l’Assessore alla cultura Rita Soccio, Il Prefetto di Macerata Iolanda Rolli, il Questore Antonio Pignataro, l’Ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, della Finanza, dell’Aeronautica e della Polizia di Stato, il Presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani Fabio Corvatta,

il Presidente del Centro Mondiale della Poesia Umberto Piersanti, il Rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato, le professoresse Laura Melosi e Fiorenza Ceragioli e la moltitudine di studiosi, amici, parenti venuti da tutta Italia, per dare il proprio saluto in segno di rispetto all’amatissimo Vanni, insieme ai concittadini recanatesi.

Un interminabile corteo ha accompagnato l’ultimo viaggio del Conte fino la Cattedrale di San Flaviano di Porta Romana ove nella tenuta Leopardo della sua illustre casata di poeti, condottieri, uomini di Chiesa, nella Cappella privata, accanto la mamma Anna, hanno trovato dimora le sue spoglie, l’anima volge all’Infinito, ora soavemente, sollevata dagli umani affanni e dal volgere del tempo.

(foto di Giorgio Calvaresi)

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