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Anticipazioni per “I due Foscari” di Verdi del 5 febbraio alle 10 su Rai 5: dalla Scala di Milano

i due foscari

Anticipazioni per “I due Foscari” di Verdi del 5 febbraio alle 10 su Rai 5: diretto da Gianandrea Gavazzeni, per la regia di Pierluigi Pizzi dalla Scala di Milano

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Nel 25° anniversario della scomparsa (5 febbraio 1996) Rai Cultura ricorda il maestro Gianandrea Gavazzeni con “I due Foscari” di Giuseppe Verdi – in onda venerdì 5 febbraio alle 10.00 su Rai5 – nella celebre edizione del 1988 per il Teatro alla Scala, con la regia di Pier Luigi Pizzi e la direzione di Gianandrea Gavazzeni. Protagonisti sul palco Renato Bruson, Alberto Cupido e Linda Roark-Strummer. Regia tv di Tonino Del Colle.

Un’opera del grande repertorio operistico italiano: è la celeberrima edizione de “I due Foscari” di Giuseppe Verdi andata in scena al Teatro alla Scala di Milano nel 1988 quella che Rai Cultura propone martedì 21 aprile alla 17.30 su Rai5. La regia direzione musicale è di Gianandrea Gavazzeni, mentre la regia è affidata a Pierluigi Pizzi che parla così di quell’allestimento: “In questa forzata permanenza in casa – dice Pizzi – è necessario restare attivi: fare ginnastica, lavorare, leggere, ascoltare musica. La televisione ci aiuta a passare il tempo e Rai Cultura ci dà l’occasione tra l’altro di rivedere spettacoli che abbiamo amato. Nei giorni scorsi ho rivisto con diletto opere che ho messo in scena alla Scala: Maria Stuarda di Donizetti e Il cappello di paglia di Firenze di Rota. Ora vedo programmato I due Foscari di Verdi. È un’opera che ricorre frequentemente nel mio lungo rapporto con Verdi. Il primo incontro è a Roma al Teatro dell’Opera nel 1968, come scenografo, insieme a Giorgio De Lullo regista e Bruno Bartoletti direttore. Lo stesso anno lo spettacolo va in tournée al Met di New York e in seguito è invitato alla Lyric Opera di Chicago, inizio di una lunga fortunata collaborazione con questo teatro. Nel 1979, come regista, metto in scena I Foscari al Teatro alla Scala, con Chailly direttore e nel cast Cappuccilli e Katia Ricciarelli. La ripresa in Scala del 1988 trasmessa ora da Rai5 vede sul podio Gianandrea Gavazzeni, protagonista Renato Bruson. Ho immaginato una nuova versione per l’Opera di Nizza nel ‘94, e un’altra ancora diversa a Roma, diretta da Bartoletti, per i 40 anni di carriera di Bruson. Nel progettare quest’opera per la Scala – conclude il regista – ho voluto shakespearianamente rappresentare, su due livelli, in alto il potere, come espressione di precarietà e crudeltà, col Doge Francesco nella sua astratta autorevolezza e nella sua tormentata solitudine; in basso il figlio Jacopo, vittima strappata agli affetti familiari, ingiustamente sacrificato alla ragion di stato”.

I due Foscari è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, a sua volta ispirato all’omonima opera teatrale in versi di Lord Byron del 1821. La prima assoluta ebbe luogo al Teatro Argentina di Roma il 3 novembre 1844.

Ancora nella prima versione ebbe la prima al Teatro San Carlo di Napoli con Gaetano Fraschini il 9 febbraio 1845 ed al Teatro Regio di Parma con Felice Varesi il 24 marzo successivo e nella seconda versione al Teatro Donizetti di Bergamo con Varesi il 25 agosto successivo, al Teatro Carignano di Torino il 27 settembre[2], al Teatro Comunale di Bologna il 2 ottobre, al Teatro Coppola di Catania il 24 gennaio 1846, al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona il 5 marzo successivo, al Teatro Re di Milano con Angelo Mariani (direttore d’orchestra) il 1º luglio, al Théâtre-Italien di Parigi con Giulia Grisi e Giovanni Matteo De Candia il 17 dicembre ed al Teatro La Fenice di Venezia con Emilia Goggi il 10 febbraio 1847.

La terza versione debutta nella prima nel Regno Unito al Her Majesty’s Theatre di Londra con Giulia Grisi, Fraschini, De Candia e Giorgio Ronconi (baritono) il 10 aprile successivo seguita dalla prima statunitense a Boston diretta da Luigi Arditi il 10 maggio ed al Gran Teatre del Liceu di Barcellona il 12 maggio, al Royal Italian Opera (poi Royal Opera House), Covent Garden di Londra il 19 giugno, nella seconda versione al Teatro Metastasio di Prato il 25 dicembre, nella terza versione al Teatro Regio di Torino con Fraschini il 6 marzo 1851 e nella seconda versione al Teatro Solís di Montevideo il 18 settembre 1856 ed al Teatro della Canobbiana di Milano il 13 aprile 1857.

Nel 1958 ebbe la prima al Teatro Nuovo di Torino nella seconda versione diretta da Franco Capuana con Leyla GencerMirto Picchi e Giangiacomo Guelfi, nel 1968 al Teatro dell’Opera di Roma nella terza versione diretta da Bruno Bartoletti con Luisa MaraglianoRenato Cioni e Mario Zanasi, nel 1972 all’Opera di Chicago diretta da Bruno Bartoletti con Katia Ricciarelli e Piero Cappuccilli, nel 1978 a Bilbao con Ferruccio Furlanetto, nel 1979 al Teatro alla Scala di Milano diretta da Riccardo Chailly con Katia RicciarelliGiuliano CiannellaAntonio Savastano e Piero Cappuccilli, nel 1993 per la prima scozzese per la Scottish Opera a Edimburgo e portata anche a GlasgowNewcastle upon Tyne ed Aberdeen, nel 2012 a Los Angeles diretta da James Conlon con Plácido Domingo e Francesco Meli e nel 2015 all’Opéra municipal de Marseille con Leo Nucci.

Trama

Francesco HayezL’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con suo padre, il doge Francesco Foscari, (1840). Firenze, Palazzo Pitti.

L’azione si svolge a Venezia nel 1457.

Atto I

Nel Palazzo Ducale di Venezia si riuniscono i membri della Giunta e del Consiglio dei Dieci per prendere una decisione importante. Essi devono decidere se confermare o meno l’esilio di Jacopo Foscari, figlio del Doge, rientrato nella città veneta e qui arrestato. Questi è incolpato dell’omicidio di due parenti di Jacopo Loredano, suo principale accusatore. Jacopo Foscari, tratto dalle carceri, attende di esser portato davanti al Consiglio. Egli decanta la bellezza della sua città e lo struggimento per il lungo esilio da essa.

Lucrezia Contarini, moglie di Jacopo, difende l’innocenza del marito, ma quando apprende che gli è stato comminato un nuovo esilio dà sfogo al suo sdegno contro i nobili veneziani. I senatori, uscendo dal Consiglio, invece inneggiano alla giustizia veneziana, che sa anche condannare il figlio di un Doge. Quest’ultimo, rimasto solo e disperato, piange la condizione del figlio. Sopraggiunge la nuora Lucrezia e lo supplica di far annullare la sentenza, ma il Doge risponde che una lettera scritta da Jacopo pare accusarlo e nulla può più fermare la legge veneziana. Insieme piangono la cattiva sorte che colpisce l’amato congiunto.

Atto II

Rinchiuso nel carcere, Jacopo Foscari vede in un momento di delirio il fantasma del Conte di Carmagnola, che pare accusarlo perché il padre lo aveva condannato a morte. Colpito dal cattivo presagio Jacopo Foscari sviene. Sopraggiunge Lucrezia per riferirgli del nuovo esilio e poi il padre; avvolti da una grande commozione essi pregano e sperano di potersi ricongiungere in futuro.

Infine Jacopo Foscari viene condotto davanti al Consiglio che gli ordina di partire per l’esilio a Creta, senza neppure il conforto della moglie e dei figli. A questa prospettiva egli sente la morte già avvicinarsi.

Atto III

Mentre San Marco si riempie di persone in festa per la prossima regata, Jacopo e Lucrezia si salutano e l’esiliato parte, brutalmente allontanato dai suoi cari e da Loredano che ne affretta l’avvio.

Il Doge, solo e afflitto, piange la scomparsa dei suoi tre figli ed ora l’abbandono del quarto. Sopraggiunge il Barbarigo che reca una confessione scritta da un reo, che si accusa degli omicidi addebitati al figlio. Mentre il Doge esulta per la prova d’innocenza, sopraggiunge Lucrezia portando la notizia della morte di Jacopo, deceduto per il gran dolore.

Compaiono infine i membri del Consiglio che chiedono al Doge di rinunciare alla carica. Offeso e ferito egli depone le insegne ed esce accompagnato da Lucrezia. Mentre si allontana sente le campane di San Marco che annunciano già il nuovo Doge e, gemendo ancora, anch’egli muore.

Numeri musicali
Atto primo
  • 1 Preludio
  • 2 Introduzione
    • Coro Silenzio… Mistero… (Coro) Scena I-II
  • 3 Scena e Aria di Jacopo
    • Scena Qui ti rimani alquanto (Jacopo) Scena III
    • Aria Dal più remoto esiglio (Jacopo) Scena IV
    • Tempo di mezzo Del Consiglio alla presenza (Fante, Jacopo) Scena V
    • Cabaletta Odio solo, ed odio atroce (Jacopo) Scena V
  • 4 Scena, Coro e Cavatina di Lucrezia
    • Scena No… mi lasciate (Lucrezia) Scena VI
    • Coro Resta: quel pianto accrescere (Coro) Scena VI
    • Cavatina Tu al cui sguardo onnipossente (Lucrezia, Coro) Scena VI
    • Tempo di mezzo Che mi rechi?… favella… (Lucrezia, Pisana) Scena VII
    • Cabaletta O patrizi, tremate (Lucrezia, Pisana, Coro) Scena VII
  • 5 Coro
    • Coro Tacque il reo (Coro) Scena VIII
  • 6 Scena e Romanza del Doge
    • Scena Eccomi solo alfine (Doge) Scena IX
    • Romanza O vecchio cor, che batti (Doge) Scena IX
  • 7 Scena e Duetto Doge e Lucrezia
    • Scena L’illustre dama Foscari (Servo, Doge, Lucrezia) Scena X
    • Duetto Tu pur lo sai che giudice (Doge, Lucrezia) Scena X
    • Tempo di mezzo Di sua innocenza dubiti? (Lucrezia, Doge) Scena X
    • Cabaletta Se tu dunque potere non hai (Lucrezia, Doge) Scena X
Atto secondo
  • 8 Introduzione, Scena e Aria di Jacopo
    • Scena Notte!… perpetua notte (Jacopo) Scena I
    • Aria Non maledirmi, o prode (Jacopo) Scena I
  • 9 Scena e Duetto di Lucrezia e Jacopo
    • Scena Ah sposo mio (Lucrezia) Scena II
    • Duetto No, non morrai (Lucrezia, Jacopo) Scena II
    • Tempo di mezzo Tutta è calma la laguna (Voci, Jacopo, Lucrezia) Scena II
    • Cabaletta Speranza dolce ancora (Lucrezia, Jacopo) Scena II
  • 10 Scena, Terzetto e Quartetto
    • Scena Ah padre!… Figlio!… Nuora!… (Jacopo, Doge, Lucrezia) Scena III
    • Terzetto Nel tuo paterno amplesso (Jacopo, Doge, Lucrezia) Scena III
    • Tempo di mezzo Addio… Parti?… Conviene… (Doge, Jacopo, Lucrezia) Scena III-IV
    • Cabaletta Ah! sì, il tempo che mai non s’arresta (Jacopo, Doge, Lucrezia, Loredano) Scena IV
  • 11 Finale II
    • Coro Che più si tarda? (Coro) Scena V
    • Scena O patrizi… il voleste (Doge) Scena VI-VII-VIII
    • Sestetto Queste innocenti lacrime (Jacopo, Lucrezia, Doge, Barbarigo, Loredano, Pisana) Scena VIII
    • Stretta del finale II Parti, t’è forza cedere (Doge, tutti) Scena VIII
Atto terzo
  • 12 Introduzione
    • Coro Alla gioia, alle corse, alle gare (Coro) Scena I
    • Scena Ve’! come il popol gode (Loredano, Barbarigo) Scena II
    • Barcarola Tace il vento, è queta l’onda (Coro) Scena II
  • 13 Scena e Aria di Jacopo
    • Scena La giustizia del Leone! (Popolo, Loredano, Barbarigo, Lucrezia, Jacopo) Scena III-IV
    • Aria All’infelice veglio (Jacopo, Lucrezia) Scena IV
    • Tempo di mezzo Messer, a che più indugiasi? (Loredano, Lucrezia, Jacopo) Scena IV
    • Concertato Ah padre, figli, sposa (Jacopo, Lucrezia, Barbarigo, Pisana, Loredano, Coro) Scena IV
  • 14 Recitativo e Aria di Lucrezia
    • Scena Egli ora parte! (Doge) Scena V-VI-VII
    • Aria Più non vive!… l’innocente (Lucrezia) Scena VII
  • 15 Scena, Aria del Doge, Finale ultimo
    • Scena Signor, chiedon parlarti i Dieci… (Servo, Doge) Scena VIII-IX
    • Aria Questa è dunque l’iniqua mercede (Doge, Barbarigo, Loredano, Coro) Scena IX
    • Tempo di mezzo Che venga a me, se lice (Doge, Coro, Loredano, Lucrezia, Barbarigo) Scena IX-X
    • Finale Quel bronzo feral (Doge, Loredano, Barbarigo, Lucrezia, Coro) Scena X