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Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” del 2 ottobre alle 00.25 su Rai 3: la storia di Massimo Galioto

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Anticipazioni per “Un Giorno in Pretura” con Roberta Petrelluzzi del 2 ottobre alle 00.25 su Rai 3: “Senza tetto né legge” la storia di Massimo Galioto

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Su Rai3 a Un giorno in Pretura con Roberta Petrelluzzi: “Senza tetto né legge”

Nella puntata in onda sabato 2 ottobre a mezzanotte e 25 su Rai3, “Un giorno in Pretura” tratta la vicenda di Massimo Galioto, clochard e sputafuoco, 45 anni, assolto per la morte del giovane americano Beau Salomon, annegato nel fiume Tevere a Roma, per insufficienza di prove.

Ma oggi è di nuovo sul banco degli imputati. Questa volta è accusato di avere aggredito e pestato a morte un senzatetto del suo gruppo, Emanuel Stoica, un ragazzo rumeno che girava il mondo in bicicletta. La tragedia è avvenuta in pieno giorno, sotto il centralissimo ponte Sisto di Roma, alla presenza di numerosi testimoni.

Nonostante i numerosi testimoni, la difesa sostiene che i fatti siano andati diversamente da come appaiono. Riuscirà Massimo Galioto ad uscire ancora una volta assolto?

Un giorno in pretura è un programma televisivo italiano di genere documentaristico-criminologico, in onda su Rai 3 dal 18 gennaio 1988. Ideata da Roberta Petrelluzzi, che ne è anche conduttrice e regista, insieme a Nini Perno. È la terza trasmissione più longeva della terza rete Rai dopo il TG3 e Geo. La trasmissione è l’evoluzione del programma In pretura, andato in onda sempre su Rai 3 dal 1985 al 1987.

La trasmissione è l’evoluzione del programma In Pretura, ideato e curato da Nini Perno e Celestino Spada con la collaborazione di Roberta Petrelluzzi, andato in onda per due edizioni, dal 20 novembre 1985 al 27 febbraio 1987, al mercoledì e successivamente al venerdì, alle 19:35 su Rai 3[1][2].

Nelle sue prime edizioni Un giorno in pretura, condotto da Roberta Petrelluzzi e Nini Perno, veniva trasmesso in prima serata ed era molto più incentrato sull’intrattenimento: a parte rari casi in cui trattava un processo per omicidio, la trasmissione prendeva prevalentemente in esame solo processi della cosiddetta giustizia «minore», quali casi di ubriachezza molesta, furti, ricettazioni, rapine, borseggi, risse, liti condominiali, favoreggiamento della prostituzione, maltrattamenti in famiglia, sgarbi tra colleghi di lavoro, controversie legate ad un’eredità o a cause di separazione tra coniugi, guida in stato d’ebbrezza, oltraggi a pubblici ufficiali, possesso e spaccio di droga, atti osceni in luogo pubblico, violazioni di domicilio, il tutto per rendere più chiaro ai telespettatori il funzionamento e l’andamento della giustizia italiana. Il programma rientra in quel genere televisivo che negli anni Novanta prese il nome di Tv verità[3][4], che ricomprende Chi l’ha visto?Telefono gialloUltimo minutoForum.