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Guerra russo-ucraina, tra notizie e propaganda

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Guerra russo-ucraina, tra notizie e propaganda

Invitandovi a leggere direttamente dalla fonte l’intero importantissimo documento.

Spiegazioni sono state chieste il 29 luglio da Amnesty International, che ha trasmesso al ministero della Difesa di Kiev le conclusioni delle sue ricerche. Al momento, non è ancora pervenuta una risposta.

Sono poi arrivate, attraverso le Agenzie, le prime risposte di Kiew, che vi riportiamo nell’articolo.

Fortemente significative le parole riportate da  Agnès Callamard, Segretario generale di Amnesty International.

“Abbiamo documentato un modello in cui le forze ucraine mettono a rischio i civili e violano le leggi di guerra quando operano in aree popolate” che poi conclude “Essere in una posizione difensiva non esenta l’esercito ucraino dal rispetto del diritto umanitario internazionale”.

Siamo stati spesso in silenzio, nelle diatribe pro e contro l’Ucraina, in quanto non è facile districarsi tra le notizie vere e la propaganda di chi vuol farci vedere solo quello che interessi di parte decidono.

In Italia, inspiegabilmente o forse per qualche non ben definito interesse di non si sa di chi,  le decisioni prese con troppa superficialità per una situazione veramente drammatica come è la guerra, hanno portato il Governo a schierarsi per l’Ucraina e contro la Russia, considerando Putin un criminale,  nonostante la contrarietà di una larghissima parte della popolazione.

Decisione che la popolazione Italiana sembra voler disconoscere, ritenendo più logico avere un ruolo di mediazione ovviamente più consono, rispetto all’ambiguità di chi dice di volere la pace mentre poi fornisce armi.  

Ambiguità sostenuta dai vari esponenti di governo, dai politici e dai rappresentanti delle Istituzioni, che forse hanno preferito ripetere pappagallescamente parole forti contro il Presidente Russo, prendendole in prestito da chi fuori dai nostri confini, sembra avere tutto l’interesse a creare conflitti nel mondo, come dimostrato nei giorni scorsi a Taiwan.

Ambiguità fortemente sostenuta anche da una Commissione Europea, incapace di dare risposte ad i popoli dei vari stati che in toto stanno contestando le scelte che asserire “discutibili” sembra sia effimero.

Decisive le prove che dimostrano i crimini di guerra, prodotti da Amnesty International.

L’esercito ucraino colloca abitualmente le sue basi all’interno delle scuole dei villaggi e delle città del Donbass e della regione di Mykolaiv.

In 22 delle 29 scuole visitate, i ricercatori di Amnesty International hanno trovato soldati o rinvenuto prove delle loro attività.

In cinque diverse località, i ricercatori di Amnesty International hanno visto le forze ucraine usare gli ospedali come basi militari.

Sopravvissuti e testimoni degli attacchi russi nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv hanno riferito ai ricercatori di Amnesty International che l’esercito ucraino era operativo nei pressi delle loro abitazioni.

Per di più, secondo la relazione di Amnesty International, la maggior parte dei centri abitati dove si trovavano i soldati ucraini era a chilometri di distanza dalle linee del fronte e, dunque, ci sarebbero state alternative che avrebbero potuto evitare di mettere in pericolo la popolazione civile.

Affermazioni molto gravi che smentiscono l’immagine di Zelensky, considerato vittima del cattivo Putin, come lui si definisce e come i suoi sostenitori, anche Italiani, amano definirlo.

Deve quindi considerarsi mera propaganda ogni suo intervento nei vari parlamenti degli stati occidentali, compresa l’Italia, durante questi ultimi mesi.

Propaganda finalizzata alla continuazione ed al coinvolgimento in guerra di quegli Stati che hanno ritenuto dargli spazio?

Oggi dovremmo chiederci perché?

Scomposta, e ci fermiamo qui, la risposta di Zelensky il quale ha detto che “chi condona le responsabilità russe e crea artificialmente un contesto informativo in cui si giustificano gli attacchi terroristici” non si rende conto che sta aiutando Mosca. “E se questi sono rapporti che manipolano la realtà, allora condividono la responsabilità per la morte delle persone”.

Decisa, ferma e significativa la risposta data da Amnesty International a Kiev:

La segretaria generale di Amnesty Agnès Callamard ha avvertito Kiev che “essere in posizione difensiva non esime l’esercito ucraino dal rispettare il diritto internazionale umanitario”. Per Amnesty, “ci sono evidenze che l’esercito ucraino ha lanciato attacchi da aree residenziali popolate e che si sono insediate in 19 villaggi e paesi”. La stessa Callamard ha accusato poi “troll delle reti sociali” di “attaccare le indagini di Amesty International. Questa si chiama propaganda di guerra, disinformazione e cattiva informazione. Ma non danneggerà la nostra imparzialità né cambierà i fatti”, ha detto Callamard via social.

Alla luce di questi fatti, ci si chiede cosa intende fare il Governo ed il parlamento Italiano, pur se le camere sono sciolte ed il governo è in carica solo per gli affari correnti?

Si fermerà dal fornire armi e finanziare questa guerra, o continuerà a sostenere Zelensky, impegnando il futuro degli Italiani e mettendo a rischio l’incolumità di essi? Finirà la propaganda e si analizzeranno i fatti con serietà? Staremo a vedere.

Ettore Lembo

Amnesty International

Russia-Ucraina: “La condotta di guerra delle forze ucraine ha messo in pericolo la popolazione civile”

Rendiamo noto il documento di Amnesty International, sulla guerra Russia Ucraina, che potete trovare direttamente sul sito ufficiale della importante organizzazione Internazionale.

Come mai i media non ne parlano?

Documento di Amnesty International

Russia-Ucraina: “La condotta di guerra delle forze ucraine ha messo in pericolo la popolazione civile”

4 Agosto 2022

Nel tentativo di respingere l’invasione russa iniziata a febbraio, le forze ucraine hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all’interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali. Queste tattiche violano il diritto internazionale umanitario perché trasformano obiettivi civili in obiettivi militari. Gli attacchi russi che sono seguiti hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili.

“Abbiamo documentato un modello in cui le forze ucraine mettono a rischio i civili e violano le leggi di guerra quando operano in aree popolate”, ha affermato Agnès Callamard, Segretario generale di Amnesty International.

“Essere in una posizione difensiva non esenta l’esercito ucraino dal rispetto del diritto umanitario internazionale”.

In altre località in cui Amnesty International ha concluso che la Russia ha commesso crimini di guerra, incluse aree della città di Kharkiv, l’organizzazione non ha trovato prove di forze ucraine dislocate nelle aree civili prese di mira illegalmente dall’esercito russo.

Tra aprile e luglio, i ricercatori di Amnesty International hanno trascorso diverse settimane a indagare sugli attacchi russi nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv. L’organizzazione ha visitato luoghi colpiti dagli attacchi, ha intervistato sopravvissuti, testimoni e familiari di vittime, ha analizzato le armi usate e ha svolto ulteriori ricerche da remoto.

Durante queste ricerche, i ricercatori di Amnesty International hanno riscontrato prove che le forze ucraine hanno lanciato attacchi da centri abitati, a volte dall’interno di edifici civili, in 19 città e villaggi. Per convalidare ulteriormente queste prove, il Crisis Evidence Lab dell’organizzazione per i diritti umani si è servito di immagini satellitari.

La maggior parte dei centri abitati dove si trovavano i soldati ucraini era a chilometri di distanza dalle linee del fronte e, dunque, ci sarebbero state alternative che avrebbero potuto evitare di mettere in pericolo la popolazione civile. Amnesty International non è a conoscenza di casi in cui l’esercito ucraino che si era installato in edifici civili all’interno dei centri abitati abbia chiesto ai residenti di evacuare i palazzi circostanti o abbia fornito assistenza nel farlo. In questo modo, è venuto meno al dovere di prendere tutte le possibili precauzioni per proteggere le popolazioni civili.

ATTACCHI LANCIATI DAI CENTRI ABITATI

Sopravvissuti e testimoni degli attacchi russi nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv hanno riferito ai ricercatori di Amnesty International che l’esercito ucraino era operativo nei pressi delle loro abitazioni e che in questo modo ha esposto la popolazione civile alle rappresaglie delle forze russe.

“I soldati stavano in una casa accanto alla nostra e mio figlio andava spesso da loro a portare del cibo. L’ho supplicato diverse volte di stare lontano, avevo paura per lui. Il pomeriggio dell’attacco io ero in casa e lui in cortile. È morto subito, il suo corpo è stato fatto a pezzi. Il nostro appartamento è stato parzialmente distrutto”, ha dichiarato la madre di un uomo di 50 anni ucciso da un attacco russo il 10 giugno in un villaggio a sud di Mykolaiv. Nell’appartamento dove, secondo la donna, avevano stazionato i soldati ucraini Amnesty International ha rinvenuto equipaggiamento e divise militari.

Questa è la testimonianza di Mykola, che vive in un palazzo di Lysychansk, nel Donbass, più volte centrato dagli attacchi russi:

“Io non capisco il motivo per cui i nostri soldati sparano dalle città e non dai campi”.

E questa è quella di un uomo residente nella stessa zona:

“C’è attività militare qui nel quartiere. Quando c’è fuoco in uscita, subito dopo c’è fuoco in entrata”.

A Lysychansk i ricercatori di Amnesty International hanno visto soldati in un palazzo a 20 metri di distanza dall’entrata di un rifugio sotterraneo usato dagli abitanti e dove un anziano è stato ucciso.

In una città del Donbass, il 6 maggio, le forze russe hanno colpito con le bombe a grappolo (vietate dal diritto internazionale e inerentemente indiscriminate) un quartiere di case per lo più a un piano o a due piani dove era in funzione l’artiglieria ucraina. I frammenti delle bombe a grappolo hanno danneggiato l’abitazione dove Anna, 70 anni, vive con la madre novantacinquenne.

“Le schegge sono passate attraverso la porta. Io ero dentro casa. L’artiglieria ucraina si trovava nei pressi del mio giardino. I soldati erano dietro al giardino e dietro la casa. Da quando la guerra è iniziata li ho visti andare e tornare. Mia madre è paralizzata, per noi è impossibile fuggire”.

All’inizio di luglio, nella regione di Mykolaiv, un contadino è rimasto ferito nell’attacco delle forze russe contro un deposito di grano. Ore dopo l’attacco, i ricercatori di Amnesty International hanno notato la presenza di soldati ucraini e di veicoli militari nella zona del deposito. Testimoni oculari hanno confermato che quella struttura, situata lungo la strada che porta a una fattoria dove persone vivono e lavorano, era stata usata dalle forze ucraine.

Mentre i ricercatori di Amnesty International stavano esaminando i danni arrecati a palazzi e ad altre strutture civili nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv, hanno udito spari provenienti dalle postazioni ucraine situate nelle vicinanze.

A Bakhmut, molte testimonianze hanno parlato di un edificio usato dai soldati ucraini e situato a neanche 20 metri di distanza da un palazzo a più piani. Il 18 maggio un missile russo ha colpito il palazzo distruggendo parzialmente cinque appartamenti e danneggiando edifici vicini.

Tre abitanti hanno riferito che prima dell’attacco delle forze russe, quelle ucraine avevano utilizzato un edificio dall’altra parte della strada e che due camion dell’esercito ucraino erano parcheggiati di fronte a un’abitazione rimasta danneggiata dal missile.

I ricercatori di Amnesty International hanno rinvenuto tracce, all’interno e all’esterno dell’edificio, della presenza dei soldati ucraini, tra cui sacchi di sabbia, pezzi di plastica nera per coprire le finestre e nuovi kit di pronto soccorso di manifattura statunitense.

“Non ci è permesso dire nulla su cosa fa l’esercito, ma siamo noi a pagare le conseguenze”, ha detto ad Amnesty International un sopravvissuto all’attacco.

BASI MILITARI ALL’INTERNO DEGLI OSPEDALI

In cinque diverse località, i ricercatori di Amnesty International hanno visto le forze ucraine usare gli ospedali come basi militari. In due città decine di soldati stavano riposando, passeggiando o mangiando all’interno di strutture ospedaliere. In un’altra città i soldati stavano sparando nei pressi di un ospedale.

Il 28 aprile un attacco aereo russo ha ucciso due impiegati di un laboratorio medico alla periferia di Kharkiv dopo che le forze ucraine avevano installato una base nelle immediate adiacenze.

Usare gli ospedali a scopi militari è un’evidente violazione del diritto internazionale umanitario.

BASI MILITARI ALL’INTERNO DELLE SCUOLE L’esercito ucraino colloca abitualmente le sue basi all’interno delle scuole dei villaggi e delle città del Donbass e della regione di Mykolaiv. Le scuole sono temporaneamente chiuse ma molte sono situate vicino a insediamenti urbani.

In 22 delle 29 scuole visitate, i ricercatori di Amnesty International hanno trovato soldati o rinvenuto prove delle loro attività, in corso al momento della visita o precedenti: tenute da combattimento, contenitori di munizioni, razioni di cibo e veicoli militari.

Le forze russe hanno colpito molte delle scuole usate dall’esercito ucraino. In almeno tre città, dopo i bombardamenti russi, i soldati ucraini si sono trasferiti in altre scuole, mettendo ulteriormente in pericolo i civili.

In una città a est di Odessa, Amnesty International ha notato in molte occasioni i soldati ucraini usare aree civili per alloggiare e fare addestramento, tra cui due scuole situate in zone densamente popolate. Tra aprile e giugno gli attacchi russi contro le scuole della zona hanno causato diversi morti e feriti. Il 28 giugno un bambino e un’anziana sono stati uccisi nella loro abitazione, colpita da un razzo.

A Bakhmut, il 21 maggio, un attacco delle forze russe ha colpito un edificio universitario usato come base militare dalle forze ucraine uccidendo sette soldati. L’università è adiacente a un palazzo a più piani, danneggiato nell’attacco insieme ad altre abitazioni civili a non più di 50 metri di distanza. I ricercatori di Amnesty International hanno visto la carcassa di un veicolo militare nel cortile dell’università bombardata.

Il diritto internazionale umanitario non vieta espressamente alle parti in conflitto di installarsi in scuole dove non sono in corso lezioni. Tuttavia, le forze armate devono evitare di usare scuole situate nei pressi di insediamenti civili, salvo quando non vi sia un’urgente necessità di tipo militare. Anche in questo caso, devono avvisare i civili e se necessario assisterli nell’evacuazione, cosa che nei casi esaminati da Amnesty International non pare si sia verificata.

I conflitti armati pregiudicano gravemente il diritto all’istruzione. Inoltre, l’uso a scopo militare delle scuole può dar luogo a distruzioni che, a guerra finita, possono continuare a negare quel diritto. L’Ucraina è uno dei 114 stati che hanno sottoscritto la Dichiarazione sulle scuole sicure, un accordo che intende proteggere l’istruzione durante i conflitti armati e che prevede l’utilizzo di scuole abbandonate o evacuate solo quando non vi siano alternative praticabili.

ATTACCHI INDISCRIMINATI DELLE FORZE RUSSE

Molti degli attacchi delle forze russe documentati da Amnesty International nei mesi scorsi sono stati portati a termine mediante l’uso di armi inerentemente indiscriminate, come le bombe a grappolo che sono messe al bando a livello internazionale, o di armi esplosive che producono effetti su larga scala. Altri attacchi sono stati condotti con armi guidate con vari livelli di precisione che, in alcuni casi, hanno effettivamente colpito il bersaglio designato.

La tattica delle forze ucraine di collocare obiettivi militari all’interno dei centri abitati non giustifica in alcun modo attacchi indiscriminati da parte russa. Tutte le parti in conflitto devono sempre distinguere tra obiettivi militari e obiettivi civili e prendere tutte le precauzioni possibili, anche nella scelta delle armi da usare, per ridurre al minimo i danni ai civili. Gli attacchi indiscriminati che uccidono o feriscono civili o danneggiano obiettivi civili sono crimini di guerra.

“Chiediamo al governo ucraino di assicurare immediatamente l’allontanamento delle sue forze dai centri abitati o di evacuare le popolazioni civili dalle zone in cui le sue forze armate stanno operando. Gli eserciti non devono mai usare gli ospedali per attività belliche e dovrebbero usare le scuole o le abitazioni dei civili solo come ultima risorsa, quando nessun’altra alternativa sia percorribile”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

ULTERIORI INFORMAZIONI

Il diritto internazionale umanitario chiede a tutte le parti in conflitto di fare il massimo possibile per non collocare obiettivi militari all’interno o nei pressi di centri abitati. Altri obblighi circa la protezione delle popolazioni civili prevedono la loro evacuazione da luoghi prossimi a obiettivi militari e un preavviso efficace su ogni attacco che possa avere conseguenze per le popolazioni civili.

Il 29 luglio Amnesty International ha trasmesso al ministero della Difesa di Kiev le conclusioni delle sue ricerche. Al momento, non è ancora pervenuta una risposta.

Fonti: https://www.amnesty.it/russia-ucraina-la-condotta-di-guerra-delle-forze-ucraine-ha-messo-in-pericolo-la-popolazione-civile/

https://www.adnkronos.com/ucraina-zelensky-amnesty-giustifica-attacchi-russia_1hiGDibTACkZbCCozXfieY?refresh_ce

https://www.adnkronos.com/ucraina-amnesty-condotta-di-guerra-forze-kiev-ha-messo-in-pericolo-civili_5pAeI9YY0AaCoJ9kJvRvO0?refresh_ce

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2022/08/04/amnesty-forze-kiev-hanno-messo-in-pericolo-popolazione_ddd7ed65-52f0-4328-a51a-1272754c8520.html

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