venerdì, Aprile 19, 2024
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Mattarella invoca l’unità europea. Italia invece più divisa che mai?

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Mattarella invoca l’unità europea. Italia invece più divisa che mai? – Mattarella invoca l’unità Europea, mentre l’Italia sembra essere divisa come prima del 1861. Nel mentre, l’ex ministro della difesa denuncia inutilmente lo “Status Quo”.

Le parole del Presidente della Repubblica, in questi giorni, hanno posto l’attenzione su una unità d’Europa che tutti i partiti dichiarano di volere con forza, ad eccezione di qualcuno, forse più per raggranellare qualche voto, dal momento che siamo in piena campagna elettorale, che per reale convinzione.

Di sicuro parte del popolo non vuole questa Europa, unita, sembra, solo da interessi monetari e fortemente divisa invece su tutto il resto.

Tuttavia, mentre ascoltiamo i grandi richiami all’unità europea, è necessario chiedersi se l’Italia, dopo il 1861, abbia realmente trovato quell’unità tanto voluta, o se invece sia rimasta divisa in piccoli stati inconsistenti e dominati da potenze straniere, come l’allora Impero austro-ungarico, la famiglia dei Borboni, il Papa nello Stato della Chiesa, la Francia e così via.

Certo, molti regnanti e potenze straniere si son trasformati, altri sono scomparsi, altri sono rimasti.

E’ l’Italia?

Forse, sotto alcuni aspetti, molto pochi per la verità, l’unità è reale, ma per altri c’è ancora divisione, perchè sembra che si stia verificando ora un processo inverso per il quale si sta andando nella direzione del frazionamento. Ma è forse per buona pace dei governanti che amministrano l’Italia che con la frase “ce lo chiede l’Europa”, si zittiscono poi i malumori popolari.

Fino a quando?

Persino le elezioni politiche, che gli italiani immaginavano fossero uguali in tutta Italia, non lo sono: il fatto che certe liste siano accettate in certe regioni e rifiutate in altre parla chiaro.

A scoprirlo, un ex Ministro della Difesa, la Dott.ssa Elisabetta Trenta che, a spese proprie, insieme all’avv. Lucio Cotturone, si è vista accettare il simbolo, per concorrere alle elezioni politiche del 25 settembre, in alcune regioni mentre in altre è stato rigettato.

Tralasciando le motivazioni tecniche, brillantemente illustrate ed evidenziate dal legale, avv. Cotturone, in una apposita conferenza stampa, l’esclusione a macchia di leopardo rimane certamente un problema importante, divisivo e discriminante per tutti gli elettori.

Ci si chiede infatti perché l’elettore di una regione possa votare il simbolo scelto e quindi far concorrere la lista di riferimento, mentre l’elettore della regione accanto non possa farlo perché un giudice del tribunale di quella regione ha così deciso.

Un attacco durissimo all’unità democratica nazionale, quello denunciato dalla dott.ssa Trenta, a prescindere da ogni simpatia o antipatia per l’appartenenza politica dell’ex Ministro.

Le elezioni del 25 settembre faranno a lungo discutere e hanno già dato adito a tanti di presentare numerosissimi ricorsi che potrebbero inficiarne i risultati.

Una tornata elettorale, insomma, che sembra favorire solo alcuni, anche se sicuramente non si tratta di un fatto voluto.

Bisogna riconoscere, in questo caso, il merito alla ex Ministro della Difesa nell’aver evidenziato come l’Italia stia tornando al periodo precedente all’Unita d’Italia. Ci chiediamo quindi a cosa serva invocare l’unità europea.

Ci stupisce poi il fatto che la dott.ssa Elisabetta Trenta, da ex ministro della Difesa, con uno dei ruoli più importanti tra i ministeri di uno Stato, sia stata destinata, stranamente, all’oblio.

Ci chiediamo infatti come sia possibile che la conferenza stampa, da lei indetta, oltre che come candidata, ma anche in veste di ex Ministro della Difesa, ruolo determinante per uno Stato come l’Italia, in un momento dove la tenuta sociale, la sicurezza e la democrazia sembrano essere messi in forte discussione, non sia stata tenuta nella dovuta considerazione dai grandi media.

Eppure, la denuncia dell’ex Ministro della Difesa, piaccia o no, evidenzia come sia la popolazione, ancora una volta, a pagare il tributo di una mancata democrazia, proclamata ma non effettiva. Che si voglia appositamente incrementare l’astensionismo?

Ettore Lembo

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