Roma Capitale , 4 gennaio 2024 – Esprimo profondo apprezzamento e piena condivisione per l’iniziativa del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha chiesto alla casa di cura Quisisana di apporre una targa commemorativa in ricordo di Antonio Gramsci nel luogo dove morì il 27 aprile del 1937.
È in discussione in Assemblea Capitolina una mozione a prima firma di Erica Battaglia con lo stesso obiettivo e auspico che anche alla luce di questo ampio consenso abbia un voto unanime.
Il ricordo di uno degli uomini politici e intellettuali tra i più importanti del secolo scorso è necessario per tenere viva la memoria attorno a una figura che, con la sua vita e il suo pensiero ha influenzato in misura profonda la filosofia e la scienza politica contemporanee e ha fornito le basi teoriche e concettuali alla base dell’originalità del comunismo italiano e della funzione democratica e progressista che ha saputo assolvere nella vicenda storica dell’Italia repubblicana – Lo scrive in una nota il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Antonio Gramsci
Breve Biografia di Antonio GRAMSCI-Nato ad Ales (Cagliari) nel 1891 è tra i fondatori del Partito comunista italiano. Fatto arrestare da Mussolini muore nel 1937, dopo 11 anni di prigione.
Nato ad Ales (Cagliari) nel 1891 da famiglia piccolo-borghese. Di salute cagionevole fin dall’infanzia, vince una borsa di studio per l’Università di Torino, laureandosi in lettere e filosofia. Nel 1913 aderisce al Partito socialista del quale diventa, nel ’17, segretario della sezione torinese. Affascinato dal pensiero e dall’opera di Lenin, in Russia, nel 1919 promuove la formazione della corrente comunista nel Partito socialista, dalla quale, nel 1921, nasce il Partito Comunista d’Italia. Direttore del quotidiano L’Ordine nuovo, nel ’22 è componente dell’Esecutivo dell’Internazionale comunista. Si sposa a Mosca; avrà due figli per i quali, dal carcere italiano, scriverà una serie di commoventi favole pubblicate con il titolo L’albero del riccio. Rientrato in Italia, è eletto deputato per il collegio Veneto e segretario generale del Partito Comunista.
Nel 1926 viene arrestato dalla polizia fascista nonostante l’immunità parlamentare, il re e Mussolini sciolgono la Camera dei deputati, mettendo fuori legge i comunisti. Gramsci e tutti i deputati comunisti sono processati e confinati: Gramsci nell’isola di Ustica e successivamente nel carcere di Civitavecchia e Turi. Non essendo adeguatamente curato è abbandonato al lento spegnimento fra sofferenze. Muore nel 1937, dopo 11 anni di prigione, senza aver mai rivisto i figlioletti. Negli anni della reclusione scrive 33 quaderni di studi filosofici e politici, definiti una delle opere più alte e acute del secolo; pubblicati da Einaudi, nel dopoguerra, sono noti universalmente come i Quaderni dal carcere, tradotti in tutte le lingue più importanti.
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