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Nuova Zelanda, strage in moschea. Il killer filma tutto e posta sui social. Sul caricatore il nome di Luca Traini

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Due moschee sotto attacco in Nuova Zelanda. Prima una, poi l’altra. Almeno quaranta i morti. Ad aprire il fuoco a Christchurch un suprematista bianco, Brenton Tarrant, cittadino australiano di 28 anni, alla guida del commando, che ha affermato di aver agito contro l’immigrazione di massa. Riprende la carneficina con una telecamera e la posta sui social. Il video viene rimosso.Era arrivato in Nuova Zelanda dall’Australia con il preciso obiettivo di addestrarsi e di compiere la strage. Si tratterebbe di un ex militare. Avrebbe scelto la Nuova Zelanda per dimostrare che anche le aree piu’ remote del mondo non sono esenti dal fenomeno dell’immigrazione di massa. Non farebbe parte di alcuna organizzazione.  Ma avrebbe fatto donazioni e collaborato con diverse organizzazioni nazionaliste.

In tutto sarebbero quattro (una sarebbe stata rilasciata) le persone arrestate: tre uomini e una donna. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha confermato che uno degli uomini armati era un cittadino australiano che viveva in Nuova Zelanda. Morrison ha detto di essere “sconvolto e indignato” dall’attacco.

“Condanniamo assolutamente l’attentato  – ha dichiarato – che è avvenuto oggi ad opera di un terrorista violento di estrema destra”. Come in un videogame, il 28enne australiano si è filmato in “soggettiva” per 17 minuti con una minitelecamera su un elmetto mentre commetteva la strage.

La premier neoelandese  in conferenza stampa ha parlato di almeno 40 morti e 48 feriti. Trovati esplosivi nelle strade.  Il 28enne australiano ha rivendicato la responsabilità delle sparatorie lasciando un manifesto anti-immigrati di 74 pagine in cui ha spiegato il motivo delle sue azioni, che definisce un attacco terroristico. Una delle sparatorie è avvenuta nella moschea di Al Noor, dove c’era anche la squadra di cricket del Bangladesh. Il coach della squadra, Mario Villavarayen, ha fatto sapere che i giocatori stanno bene. Un testimone afferma che un uomo armato vestito di nero è entrato nella moschea Masjid Al Noor e ha fatto fuoco: “Ho visto persone morte ovunque”. L’assalitore sarebbe quindi fuggito prima dell’arrivo dei servizi d’emergenza.

Il primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, ha descritto gli eventi come un attacco terroristico, parlando di uno dei “giorni più bui” del paese. Molti sospettati potrebbero essere in libertà.

Sul caricatore di uno dei fucili del 28enne australiano ci sarebbe stata una lunga dedica ad altri personaggi che gli sarebbero stati di ispirazione. Tra queste Luca Traini, l’autore della sparatoria effettuata a Macerata, nelle Marche, a seguito dell’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro  (per la quale e’ stato condannato a 12 anni di reclusione) e di Sebastiano Venier, generale veneziano che, nel 1571 fu uno dei protagonisti della battaglia di Lepanto, che vide le forze della Lega Santa infliggere un’importante sconfitta ai Turchi.

Il 28enne avrebbe detto di essere nato “in una classe lavoratrice, una famiglia a basso reddito … e che ha deciso di prendere posizione per assicurare un futuro alla sua gente”.

L’uomo armato ha detto che ha effettuato l’attacco per “ridurre direttamente i tassi di immigrazione nelle terre europee”. Il killer ha descritto l’attacco come un atto di “vendetta sugli invasori per le centinaia di migliaia di morti causati da invasori stranieri nelle terre europee nel corso della storia … per l’asservimento di milioni di europei prelevati dalle loro terre dagli schiavisti islamici … (e) per le migliaia di vite europee perse per attacchi terroristici in tutta l’Europa “.

Ha anche detto che si sarebbe vendicato per Ebba Akerlund, la bambina di 11 anni che è stata uccisa in un attacco terroristico del 2017 a Stoccolma.

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