venerdì, Aprile 19, 2024
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Cesare Battisti confessa e chiede scusa: le mille facce dell’ex terrorista

Era stato fermato a Santa Cruz lo scorso gennaio. Ed era cosi’ finita così in Bolivia la latitanza di Cesare Battisti. Aveva barba e baffi finti e indossava occhiali scuri  quando è stato bloccato dalla squadra dell’Interpol. Aveva con sè i documenti. Si è fatto arrestare senza opporre resistenza.

Ora il colpo di scena: l’ex terrorista confessa i 4 omicidi di cui e’ accusato ammettendo che gli elementi contro di lui sono reali, che quanto ricostruito corrisponde al vero. E chiede scusa ai familiari, dichiarando di essere consapevole del male che ha fatto. Tuttavia il pentimento non arriva del tutto in quanto non fa i nomi di chi ha collaborato con lui. Per i familiari, neanche a dirlo, si tratta di una “confessione tardiva”. E si apre ora il dibattito sugli eventuali benefici carcerari che ne potrebbero derivare. Il dubbio che si insinua e’ infatti che l’ammissione sia stata resa solo ed esclusivamente con questa finalita’.

Le dichiarazioni sono state rese davanti al pubblico ministero di Milano, Alberto Nobili. Cosi’, dopo 40 anni, Cesare Battisti, per la prima volta, parla coi magistrati e confessa tutto: i quattro omicidi, le gambizzazioni, le rapine. Ha ammesso tutti gli addebiti, e ha dichiarato di aver partecipato ai due omicidi di cui è stato esecutore materiale e agli altri due per i quali è stato riconosciuto mandante.

Finora si era sempre dimostrato beffardo nei confronti dell’Italia e irrispettoso verso le autorità  ed i familiari delle vittime. Arresti, fughe, estradizioni mancate. Una lunga scia di sangue, per la quale Battisti non ha finora ancora pagato. E non e’ improbabile che la confessione delle ultime ore sia una sorta di ulteriore beffa.

Le ammissioni fatte da Battisti potrebbero infatti in linea teorica incidere sul regime detentivo, ossia allontanare per lui il rischio del ’41bis’, e sui benefici penitenziari, come i permessi, nel corso della detenzione.

“Battisti a distanza di qualche decennio ha chiesto scusa. Mi aspetto chiedano scusa quegli pseudointellettuali di sinistra che hanno coperto e difeso questo squallido personaggio. Chiedere scusa è meglio tardi che mai”. Questo il commento sulla vicenda del ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Fin qui la cronaca, puntuale e precisa come si conviene. Ma Battisti lo conosciamo bene: è l’uomo dalle mille facce, dai risvolti imprevedibili che non possono non indurci a riflessioni sui suoi continui cambiamenti. Tanti anni a negare ogni addebito sugli omicidi, diretti ed indiretti che ha commesso, oggi la sua confessione che avviene dopo le condanne all’ergastolo e la fine della sua latitanza.

Un migliaio di “intellettuali” che hanno firmato una petizione per la sua scarcerazione “certi” di una
innocenza giammai provata ed oggi definitivamente cancellata. Nomi molto noti nel mondo di quella che viene definita cultura, quella autorevole, quella che conta, e che oggi, alla luce di questa confessione, miseramente traditi e “ridicolizzati” caduti precipitevolissimevolmente e travolti dalla loro  ideologia. Quali motivi inducono a stravolgere 40 anni di menzogne?

Già una volta il Battisti è fuggito dalle patrie galere, ma oggi sicuramente gli verrebbe più complicato e per di più in regime di “41Bis”. Probabilmente sarebbe più facile dopo la “spintanea?”o spontanea confessione con le scuse per le vittime, stranamente senza pentimento, ricevere un trattamento carcerario migliore e meno rigido.

Condizioni necessarie per un’altra rocambolesca fuga? Del resto non si è mai saputo chi lo ha aiutato nell’evasione precedente e quali coperture e sostegno avesse per la lunga e costosa latitanza che gli ha permesso di girare il mondo. Si potrebbe anche pensare ad un eventuale segnale, probabilmente indirizzato a qualcuno, con la confessione limitata a se stesso e senza coinvolgimento di altri, affinché ciascuno faccia la propria parte nel farlo uscire dalla scomoda posizione di “carcerato” restituendogli così e legalmente quella libertà di cui ha sempre goduto ingiustamente.
Una grazia? Un Indulto? Un condono? La storia dal dopoguerra ad oggi ci ha abituati a questo genere di azioni che restituiscono una immeritata libertà a chi si è macchiato di crimini anche efferati ma classificati come politici. Non ci resta che attendere gli eventi per sapere cosa accadrà. Un politico
che ha fatto la storia diceva: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.”

Lucia Mosca
Ettore Lembo

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