venerdì, Marzo 29, 2024
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Capitano Ultimo, il Tar Lazio accoglie il ricorso. E la petizione continua a volare

capitano ultimo

Il Tar del Lazio ha sospeso in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell’Interno aveva annullato la protezione per il colonnello Sergio De Caprio, a tutti noto come il Capitano Ultimo. I giudici hanno accolto il ricorso presentato dal legale Antonino Galletti. “Le nostre ragioni sono state accolte in sede d’urgenza e questo dimostra che il colonnello De Caprio vive in una condizione di pericolo concreto”, ha dichiarato l’avvocato.  E’ stata fissata inoltre al 3 dicembre l’udienza per la trattazione collegiale del ricorso in camera di consiglio.

Nel frattempo non si ferma la petizione (https://www.change.org/p/l-arma-dei-carabinieri-per-il-reintegro-immediato-della-scorta-al-col-sergio-de-caprio) avviata dai sostenitori del Capitano Ultimo che ha raggiunto ormai quasi la soglia delle 90mila firme. Sulla petizione ufficiale sono convogliate altre iniziative, in modo tale da unire le forze.

Il decreto del Tar stabilisce in maniera inequivocabile “che sussistono i presupposti di estrema necessità e urgenza; che occorre accogliere l’istanza di misure cautelari monocratiche ai fini della sospensione degli effetti dell’impugnato provvedimento di revoca del dispositivo di protezione” .

Nella “Comunicazione di avvio del procedimento di revoca, ai sensi dell’art.7 della legge 241/1990″ si leggeva invece: “Si comunica che, su conforme parere della Commissione Centrale Consultiva per l’adozione delle misure di protezione personale, di cui all’art.3 del DL 83/2002, convertito dalla legge 133/2002, è stato dato avvio al procedimento di revoca del dispositivo di 4° livello “tutela su auto non protetta” in atto a protezione della S.V., atteso che dall’istruttoria svolta in sede locale ed a livello centrale non sono emersi specifici indicatori di rischio riferiti alle ipotesi di pericolo o minaccia di cui all’art. 1 del DL. 83/2002, anche con riferimento agli episodi incendiari citati nella sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio n.8249/2019, che non sono risultati riconducibili alla Sua sicurezza personale, nè sono stati evidenziati ulteriori elementi che inducono a ritenere necessario il mantenimento di uno dei dispositivi di cui all’art. n.8 del DM 28 maggio 2003”.

La mafia non è stata sconfitta. E’ cambiata, “evoluta”, ha mutato conformazione e metodi. Ma è un pericolo ancora del tutto presente. Togliere la scorta al Capitano Ultimo equivale a dire che la mafia è autorizzata ad agire indisturbata e questo significa lanciare un messaggio ben preciso: ognuno di noi è a rischio. Siamo tutti in pericolo. Il Tar del Lazio ha perfettamente recepito tutto questo, parlando di presupposti di estrema necessità e urgenza. Ridate la scorta al Capitano Ultimo.

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