La discutibile caccia ai cosiddetti responsabili in corso in Parlamento finalizzata a garantire a Giuseppe Conte la permanenza a Palazzo Chigi con l’ennesima nuova maggioranza, rischia di assumere tinte sempre più preoccupanti per la tenuta democratica del Paese.
Infatti l’operazione in corso, oltre a non rispettare le indicazioni del Quirinale che dopo l’abbandono del governo da parte di Italia Viva consentirebbe la permanenza di Conte al governo patto che si manifesti una nuova componente politica coesa e coerente che puntelli la pericolante maggioranza e non un assemblaggio raccogliticcio ed assai precario di parlamentari sparpagliati, verrebbe condottta – secondo autorevolissime fonti di stampa – con il ricorso a pressioni da parte dei servizi segreti e di altri apparati dello Stato utilizzati in forma drammaticamente opaca ed inquietante.
Ed al di là di questo autentico allarme rosso per la democrazia italiana cresce nel Paese lo sconcerto per come il governo vuole garantirsi – con arroganza ed approssimazione – la propria sopravvivenza a Palazzo Chigi.
La risposta all’uscita di Italia Viva sembra infatti essere affidata a vani attacchi ai renziani ed a discutibili dichiarazioni muscolari che puntano all’asfaltamento degli avversari politici in un clima da Grande Fratello di quart’ordine.
Tutt’altra infatti è la serietà e la drammaticità della crisi politica in corso, democraticamente aperta da un partito della maggioranza che si dichiara completamente insoddisfatta – e come dargli torto – delle formidabili prestazioni del cosiddetto governo “migliore del mondo”.
Giovedì scorso infatti Matteo Renzi in conferenza stampa insieme alle ministre Bellanova e Bonetti ed al sottosegretario Scalfarotto ha comunicato le dimissioni dal governo della delegazione di Italia Viva.
Tale sfiducia a Conte da parte di Renzi è stata motivata dalle insanabili divergenze sul Recovery Plan e dai dissensi sulla delega ai servizi segreti ostinatamente mantenuta dal premier Conte che hanno portato allo strappo di Italia Viva.
Ed al di là degli inquietanti risvolti prospettati sulla caccia ai voti pro-Conte la corsa ai responsabili ha portato Renzi a evidenziare la singolarità dell’attuale situazione politica che vede Conte e Zingaretti appesi all’aiuto dell’inossidabile Clemente Mastella, che sta però trovando difficoltò nella sua azione di convincimento già respinto al mittente dall’UDC e da Carlo Calenda leader di Azione, dato in crescita nei sondaggi.
Renzi infatti ha ripetutamente invitato Conte a cercare i vaccini e non i voti, rammentandogli che se promosse all’epoca il Conte-bis per non dare i pieni poteri in mano a Matteo Salvini – forte comunque delle decine di milioni di voti ottenuti – non lo fece certo per consegnarli al premier Conte, mai votato dagli elettori.
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