Coronavirus, India in ginocchio: sistema sanitario sovraccarico
La seconda ondata di contagi da coronavirus che sta devastando l’India , sta mettendo sotto stress il sistema sanitario già sovraccarico del paese.
Ufficialmente, entro la fine di aprile, più di 17,9 milioni di infezioni erano state registrate e più di 200.000 persone erano morte, ma gli esperti hanno affermato che le cifre effettive sono probabilmente molto più alte.
Ad aprile, alcuni individui vaccinati, tra cui 37 medici in un ospedale di Nuova Delhi, hanno contratto il virus, per cui in molti si sono chiesti se dietro la seconda ondata ci fosse una variante più contagiosa.
Molti in India presumono già che la variante, B.1.617, sia responsabile della gravità della seconda ondata. La variante è talvolta chiamata “il doppio mutante”, sebbene il nome sia improprio perché ha molte più mutazioni di due. Ha ottenuto il nome perché una versione contiene due mutazioni genetiche trovate in altre varianti difficili da controllare.
Travolti da nuovi casi, gli ospedali indiani non riescono a far fronte alla domanda e in molte città i pazienti sono stati abbandonati a morire.
Le cliniche in tutto il paese hanno segnalato una grave carenza di letti ospedalieri, medicinali, dispositivi di protezione e ossigeno.
Il governo indiano afferma di avere abbastanza ossigeno liquido per soddisfare le esigenze mediche e che sta rapidamente espandendo la fornitura. Tuttavia gli impianti di produzione sono concentrati nell’India orientale, lontano dai peggiori focolai a Delhi e nello stato occidentale del Maharashtra, e possono essere necessari diversi giorni prima che i rifornimenti raggiungano i luoghi più disperati.
Le famiglie dei malati riempiono i social media di richieste di ossigeno mentre le scorte negli ospedali scarseggiano.
Alcuni a Delhi affermano di aver pagato almeno 10 volte il prezzo usuale per l’ossigeno e i media hanno riportato notizie di bombole saccheggiate dagli ospedali.
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