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Il film cult stasera in TV: “Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re” domenica 26 dicembre 2021

il ritorno del re

Il film cult stasera in TV: “Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re” domenica 26 dicembre 2021 alle 21 su 20 Mediaset (Canale 20)

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Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (The Lord of the Rings: The Return of the King) è un film del 2003 diretto da Peter Jackson e con Elijah Wood, Ian McKellen, Liv Tyler e Viggo Mortensen.

Tratto dall’omonima terza e ultima parte del romanzo di J. R. R. Tolkien Il Signore degli Anelli. Il film, preceduto da Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello del 2001 e Il Signore degli Anelli – Le due torri del 2002, conclude la trilogia cinematografica del Signore degli Anelli.

Il film è uscito nelle sale negli Stati Uniti il 17 dicembre 2003, mentre in Italia la pellicola è stata distribuita il 22 gennaio 2004.

The Lord of the Rings: The Return of the King - Wikipedia

Mentre Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor lancia le fasi finali della sua conquista della Terra di Mezzo, Gandalf il Bianco e Re Théoden di Rohanradunano le loro forze per aiutare la difesa di Minas Tirith, capitale di Gondor, dall’incombente minaccia, mentre Aragorn, infine, rivendica il trono di Gondor e, con l’aiuto di Legolas e Gimli, convoca l’esercito dei Morti per aiutarlo a sconfiggere Sauron. Intanto, i due hobbit Frodo e Sam, devono sopportare il peso dell’Unico Anello di Sauron e affrontare il tradimento di Gollum, deciso a riprendersi il suo tesoro. Dopo un lungo viaggio, arrivano nella terra diMordor, cercando di distruggere l’Unico Anello nel luogo in cui Sauron l’ha creato: nei fuochi vulcanici del Monte Fato.

La maggior parte delle riprese de Il ritorno del re sono state girate nel 2001 e terminate agli inizi del 2002. La post-produzione del film è durata più di due anni ed è terminata solo nel mese di novembre 2003, un mese prima del debutto nelle sale com’era successo per il secondo film. Come per i capitoli precedenti, la colonna sonora è composta da Howard Shore.

Il film, al momento della sua uscita, è stato acclamato, ricevendo gli elogi della critica ed è così diventato uno dei più grandi successi di critica e incassi di tutti i tempi. Infatti il film è al 20º posto nella classifica dei film con maggiori incassi nella storia del cinema con più di 1,1 miliardi di dollari incassati in tutto il mondo, diventando così il film di maggiore incasso del 2003, il film con più incassi pubblicato dalla New Line Cinema, così come il più grande successo finanziario per Time Warner. Nella classifica mondiale è stato anche al 2º posto, dietro solo a Titanic, fino a quando non è stato superato da Avatar nel2009.

Insieme a Ben-Hur e Titanic, Il ritorno del re è il film premiato con il maggior numero di premi Oscar, undici, inoltre è complessivamente la saga più vittoriosa della storia: diciassette statuette. Inoltre è l’unico film di genere fantasy ad aver vinto l’Oscar al miglior film.

Il film si apre con il passato di Gollum. Il racconto inizia da una battuta di pesca da parte di due piccoli hobbit: Sméagol e Déagol. All’amo di Déagol abbocca un pesce molto grande che trascina l’hobbit in acqua. Il pesce riesce a scappare con l’esca ma lo sventurato pescatore è attratto da un bagliore sul fondo, che si rivela poi essere l’Unico Anello. Quando Déagol torna a riva con l’insolito frutto della sua pesca, Sméagol vede l’Anello e ne desidera fortemente il possesso. Sméagol così glielo chiede come regalo di compleanno, ma Déagol si rifiuta. Nasce così uno scontro che sfocia nella morte di Déagol. Divenuto il Portatore dell’Anello, Sméagol è lentamente consumato e trasformato dal potere oscuro dell’oggetto e rintanatosi a vivere nelle profondità della terra, diviene in seguito Gollum.

Tornando al presente, la storia riprende dopo la fine della seconda parte, Le due torri: Gandalf, Théoden, Aragorn, Gimli, Legolas ed Éomer si recano aIsengard, trovandola distrutta dagli Ent, e incontrano Merry e Pipino, i quali narrano loro il trionfo di Barbalbero su Saruman, che, ormai a corto di poteri, è rinchiuso nella torre di Orthanc. Subito dopo Pipino trova il Palantír sotto l’acqua che ricopre Isengard e lo prende, ma Gandalf glielo toglie di mano mettendolo in guardia sulla sua pericolosità. I guerrieri tornano poi tutti insieme a Edoras per festeggiare la vittoria su Isengard. Ma la curiosità di Pipino non ha limiti e, mentre tutti dormono, cerca di dare un’occhiata nel Palantír, attirando così su di sé il vigile occhio di Sauron. Fermato in extremis riferisce a Gandalf quanto ha visto nella sfera. Così da Rohan Gandalf e Pipino partono per Gondor.

Arrivato a Minas Tirith, Gandalf cerca di convincere il sovrintendente Denethora prepararsi per l’attacco di Sauron, ma questi, sconvolto dalla morte del figlioBoromir (avvenuta alla fine de La Compagnia dell’Anello) ha perso ormai il lume della ragione. Nel frattempo Frodo e Sam, accompagnati da Gollum, continuano il loro pericoloso viaggio e arrivano davanti alle porte di Minas Morgul, dalle quali vedono uscire un grande esercito comandato dal Re stregone di Angmar. Mentre salgono le ripide scale di roccia che portano aCirith Ungol, Gollum fa credere a Frodo, sconvolto dalla fatica e debilitato dall’Anello, che Sam voglia impadronirsi del potente oggetto; il portatore dell’Anello dice quindi a Sam di andarsene.

A Edoras, nel frattempo, Aragorn è riuscito a convincere re Théoden ad accorrere in aiuto di Gondor. È quindi radunato un esercito di 6000 Rohirrim pronti a muovere verso Minas Tirith, troppo pochi per sperare in una vittoria. Per poter rinfoltire i ranghi dell’esiguo esercito Aragorn, accompagnato da Gimli e da Legolas, decide di attraversare i Sentieri dei Morti, infestati da un antico popolo che avrebbe dovuto aiutare Isildur e che, non avendo mantenuto la promessa, potrà trovare pace solo dopo aver aiutato l’erede di Isildur, cioè Aragorn.

Faramir, posto a difesa di Osgiliath, subisce un violento attacco da parte degli Orchi comandati da Gothmog e coadiuvati dai Nazgûl, che lo costringono a ritirarsi assieme ai suoi uomini. Tornato a Minas Tirith, è incolpato da suo padre Denethor della sconfitta e obbligato a un disperato e suicida tentativo di contrattacco. Riesce a salvarsi, ma è gravemente ferito e Denethor, ormai impazzito di dolore, quando vede l’esercito di Sauron in arrivo decide di suicidarsi insieme al figlio e ordina ai servi di preparare un rogo.

Frodo, nel frattempo, entra a Cirith Ungol dove, tradito da Gollum, è assalito e colpito da Shelob, un immenso ragno discendente da Ungoliant. Rientra però in azione Sam, che, accortosi del tradimento di Gollum, torna indietro ad aiutare l’amico, sconfigge Shelob ma è costretto a prendere l’Anello e Pungolo da Frodo, apparentemente morto.

La difesa di Minas Tirith è organizzata da Gandalf, ma la superiorità numerica degli Orchi è schiacciante e il cancello della città è abbattuto dall’immenso ariete Grond, consentendo agli invasori di dilagare all’interno. Gandalf, avvertito da Pipino, raggiunge Faramir sulla sommità della cittadella, nel luogo dove riposano i re di Gondor, per salvarlo dalla pazzia di suo padre Denethor che vuole essere cremato assieme a lui. Lo stregone riesce a salvare Faramir ma, a seguito della colluttazione che ne nasce, Denethor prende fuoco e si getta in preda alle fiamme dalla rupe che sovrasta la città. Intanto gli Orchi avanzano all’interno di Minas Tirith, ma all’alba giungono sul campo i cavalieri di Rohan che, con una carica travolgente, sbaragliano le file del nemico. A questo punto, però, Sauron fa entrare in scena gli enormi olifanti, che creano disordine e scompiglio tra i difensori. L’arrivo di Aragorn, fiancheggiato da Legolas, da Gimli e dall’esercito dei Morti, conclude la battaglia a favore di Gondor e Rohan. Théoden resta, però, gravemente ferito nello scontro con il Re stregone che Éowyn, poco prima della morte dello zio, riesce a uccidere grazie all’aiuto di Merry. Sconfitto l’esercito di Sauron, non resta che marciare verso Mordor. Sauron, tuttavia, può contare ancora su decine di migliaia di Orchi nella battaglia finale. Aragorn e Gandalf, intanto, hanno deciso di marciare verso il Nero Cancello, in modo da attirare su di loro l’attenzione di Sauron, distraendolo così da Frodo, il quale può recarsi all’interno del Monte Fato per distruggere finalmente l’Anello. Aragorn, dunque, a capo dell’esercito di Gondor e di Rohan, si presenta ai cancelli di Mordor per sfidare Sauron. Quando il Nero Cancello si apre è possibile udire l’esercito degli Orchi gridare la poesia dell’Anello nella Lingua Nera.

Frodo, intanto, in realtà ancora vivo dopo l’attacco di Shelob, è catturato dagli Orchi, ma, dopo essere stato salvato da Sam, recupera l’Anello e riprende il viaggio insieme al fedele amico. Arrivati alle pendici del Monte Fato, i due hobbit si scontrano nuovamente con Gollum, e, mentre Sam combatte, Frodo entra nella Voragine del Monte Fato per gettare l’Anello. Arrivato al momento cruciale, cede però alla sua corruzione e lo indossa, rivelando così la sua posizione a Sauron che spedisce immediatamente i Nazgûl contro di lui. Prima di loro arriva però Gollum che, con un morso, strappa il dito con l’Anello a Frodo e, durante la colluttazione che segue, cade nella lava trascinando con sé l’Anello che così è finalmente distrutto: grazie a questo avvenimento Barad-dûr crolla mentre lo spirito di Sauron viene spazzato via e sconfitto definitivamente.

Frodo e Sam, usciti dal vulcano in esplosione, sono portati via in tempo da Mordor dalle Aquile, arrivate in loro soccorso grazie a Gandalf, e raggiungono Minas Tirith, dove si celebrano l’incoronazione di Aragorn come re di Gondor e il suo matrimonio con Arwen, figlia di Elrond. Gli hobbit tornano nella Contea e, pochi anni dopo, Frodo, quale Portatore dell’Anello, decide di partire insieme a Bilbo (diventato nel frattempo lo hobbit più vecchio della storia della Contea), a Gandalf e agli ultimi Elfi rimasti (tra cui Elrond, Celeborn e Galadriel) verso Valinor, chiudendo così la Terza Era della Terra di Mezzo.

Produzione

Gran parte delle riprese de Il ritorno del Re sono state girate nel 2001 e terminate agli inizi del 2002. La post-produzionedel film è durata più di due anni ed è terminata solo nel mese di novembre 2003, un mese prima del debutto nelle sale com’era successo per il secondo film.

L’ultimo giorno di riprese del terzo film, a casa di Peter Jackson fu filmata un’espressione facciale di Andy Serkis (l’attore che interpreta Gollum). Il video fu inviato alla Weta, dove i tecnici decisero di incorporare l’espressione nel personaggio, precisamente nella scena in cui Gollum capisce che Frodo è intenzionato a distruggere l’anello[2]. Peter Jackson è presente, in ogni episodio della trilogia, come cameo. Nel terzo episodio ricopre la parte di un pirata, ucciso dalla freccia diLegolas; tale scena è, tuttavia, presente solo nell’edizione estesa del film.

Come per il Fosso di Helm nel secondo film, la città di Minas Tirith nel terzo film è una fedele ricostruzione alta circa 90 centimetri. Anche qui per le vicende che si svolgono dentro di essa, le scene sono state girate su dei set esterni e in seguito i personaggi e i combattimenti (questi ultimi girati in set attrezzati con la tecnologia green screen) sono stati inseriti nell’omonima ricostruzione con la tecnica digitale.

Accoglienza

Incassi e uscita nelle sale

Il terzo e conclusivo film della saga di J. R. R. Tolkien è record d’incassi a tal punto da finire sul Guinness dei Primati. Il film, infatti, a fronte di un budget di produzione di soli 94 milioni di dollari, ha ottenuto un incasso mondiale di 1 119 929 521 $, entrando così nella storia dei film che hanno incassato maggiormente e classificandosi al primo posto nella classifica dei film più visti nel 2003. In Nord America il film ha incassato 377 845 905 $, mentre nel resto del mondo ha incassato 742 083 616 $ di dollari, in Italia invece il film ha incassato 22.827.684 di Euro.

In occasione dell’uscita del terzo e conclusivo film della saga il 22 gennaio 2004 in molte sale italiane è stata fatta la cosiddetta “maratona” dei tre film, con proiezioni dalle 14.00 per arrivare a mezzanotte circa, ora d’inizio dell’ultimo capitolo della trilogia.

Critica

Il film è stato accolto molto positivamente dalla critica cinematografica. Sull’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re ha un indice di gradimento del 93% basato su 269 recensioni, con un voto medio di 8.7 su 10.[3] Su Metacritic ha un voto di 94 su 100 basato su 41 recensioni.[4]

Scene aggiunte nell’Extended Edition

  • Il dialogo tra Pipino e Merry è più lungo: essi parlano della qualità dell’erba-pipa che viene dalla Contea.
  • Vi sono due conclusioni differenti per quanto riguarda la vicenda di Saruman: nella versione cinematografica, il personaggio interpretato da Christopher Lee non appare mai sullo schermo, ma il racconto di Barbalbero lascia intendere implicitamente che lo stregone sia in fin di vita e a corto di poteri nella torre di Orthanc. Nella versione estesa, invece, Saruman compare e si confronta verbalmente con Gandalf; quest’ultimo cerca di estorcergli delle informazioni circa i piani di Sauron e fra i due vi è una breve lotta a colpi di incantesimi che termina con la rottura del bastone di Saruman. Inoltre, lo stregone ha un duro scontro verbale anche con re Théoden, che gli chiede spiegazioni per tutti gli innocenti morti a Rohan a causa sua e, così come Frodo nel capitolo Percorrendo la Contea, invita Grima Vermilinguo ad abbandonare Saruman. Quest’ultimo, però, afferma che egli non sarà mai libero e lo umilia schiaffeggiandolo; Grima, allora, estrae un pugnale in uno scatto d’ira, colpendo ripetutamente lo stregone alla schiena. Legolas tenta di impedirglielo, scoccando una freccia che lo colpisce al petto (la scena contiene peraltro un errore; infatti, in un primo momento si vede il dardo trafiggere l’uomo al fianco. Successivamente, nella sequenza dopo, lo si può vedere spuntare dal petto), mentre Saruman, ormai moribondo, precipita dalla sommità della torre. Il taglio di questa scena (oltre a privare di un finale le vicende di Saruman e Grima) rende particolarmente bizzarro il ritrovamento del Palantír: nella versione cinematografica, infatti, sembra quasi che Pipino lo ritrovi per caso, mentre nella versione estesa è invece evidente come l’Hobbit noti l’artefatto magico mentre esso scivola via dalla tunica di Saruman.
  • Per festeggiare la vittoria al Fosso di Helm, Legolas e Gimli si sfidano a una gara di bevute a colpi di boccali di birra, vinta dall’elfo.
  • Mentre dorme, Éowyn ha un incubo, e Aragorn, che è vicino a lei, cerca di tranquillizzarla.
  • Quando Pipino e Gandalf partono per Minas Tirith, Merry racconta ad Aragorn che lui e Pipino sono stati sempre insieme e che si sono cacciati in molti pasticci, per poi uscirne sempre.
  • Dopo essere usciti dal palazzo di Denethor, c’è una sequenza di dialogo in cui Gandalf spiega brevemente a Pipino come la stirpe dei Re fu spezzata.
  • Durante il viaggio verso Mordor, in un breve istante in cui c’è un raggio di sole, Sam crede di vedere una corona sulla testa di una statua semidistrutta del re.
  • Mentre Frodo, Sam e Gollum salgono le scale, Sam avverte Gollum del fatto che, nel caso sospetti qualcosa, saranno guai per Gollum.
  • Mentre gli Orchi arrivano ad Osgiliath, uccidono un uomo che li aveva visti con una freccia, venendo quindi scoperti daFaramir.
  • Prima della partenza dei Rohirrim, Merry presta giuramento a re Théoden. Poi, Gimli dice che vorrebbe portare in guerra una legione di Nani armati e ripugnanti, ma Legolas gli risponde che la guerra marcia già sul loro territorio (questo è un riferimento alla battaglia di Dale, avvenuta in contemporanea con quella dei Campi del Pelennor).
  • Dopo la perdita di Osgiliath, Faramir e Denethor fanno un discorso e il Sovrintendente chiama suo figlio “il pupillo dello stregone” (Gandalf) e ha una visione di Boromir.
  • Prima del giuramento di Pipino, vi è un dialogo tra lo hobbit e Faramir.
  • Vi sono due dialoghi aggiuntivi di Éowyn, uno col fratello Éomer e l’altro con Aragorn, che evidenziano la sua personalità.
  • Aragorn, Legolas e Gimli entrano nella grotta nel tentativo di convincere l’esercito dei morti a combattere per loro: nella versione cinematografica, la scena si conclude con Aragorn che, a gran voce, domanda agli spettri quale sia la loro risposta; in seguito, i tre riappaiono direttamente nella fase finale della Battaglia dei Campi del Pelennor, con l’esercito dei morti al loro fianco. Nella versione estesa, invece, prima che il Re dei morti risponda, i tre compagni sono costretti ad abbandonare la grotta a causa di un terremoto provocato da una cascata di teschi; solo dopo essere tornati all’esterno, il Re li raggiunge e li informa che combatteranno per ottenere la libertà. La scena prosegue con l’arrivo delle Navi Nere dei Corsari, contro cui Aragorn, Legolas e Gimli scatenano l’esercito dei morti (piccolo cameo del regista Jackson nella parte di un pirata ucciso dalla “freccia di avvertimento” di Legolas).
  • Durante la battaglia a Minas Tirith, prima che gli orchi penetrino nella città, è presente una scena in cui essi tentano invano di abbattere il portone con un semplice ariete di legno. Solo in seguito, Gothmog ordina di usare Grond.
  • C’è una scena in cui i Rohirrim vengono informati dell’andamento della Battaglia dei Campi del Pelennor ed Éowyn eMerry si fanno coraggio reciprocamente.
  • Durante la processione funebre di Denethor, Pipino vede spuntare un fiore dall’Albero Bianco.
  • Quando Pipino e Gandalf si dirigono da Denethor per impedirgli di bruciare vivo Faramir, nella versione estesa essi incrociano il Re stregone di Angmar che, nettamente più forte di Gandalf, infrange il bastone dello Stregone Bianco e sta per sopraffarlo, ma è poi distratto dall’arrivo dell’esercito di Rohan. Questa scena contiene tuttavia un grave errore poiché, come espresso chiaramente da Tolkien, Gandalf aveva nello spirito la stessa potenza di Sauron: ciò rende impossibile che uno spettro, quale il Re stregone, abbia potuto tenere testa e perfino vincere contro Gandalf. Nel libro appare una scena simile davanti ai cancelli di Minas Tirith, ma il Nazgûl lascia la scena prima di un eventuale confronto.
  • Prima di darsi fuoco, Denethor dice che si può trionfare sul campo di battaglia per un giorno, ma contro il potere di Mordor non c’è speranza.
  • Nella versione estesa Éowyn e Merry combattono direttamente contro gli Haradrim posti in groppa agli olifanti.
  • Nella versione proiettata al cinema, s’intuisce che Gothmog sia stato ucciso dalla carica dei cavalieri di Rohan, mentre nella versione estesa si scontra due volte con Éowyn e viene infine abbattuto da Aragorn e Gimli.
  • C’è una scena in cui Aragorn ed Éomer assistono Éowyn nelle Case di Guarigione, curando la ferita inflittale dal Re stregone di Angmar col flagello.
  • Nella torre di Cirith Ungol, un Uruk-hai di Mordor ha il mano la cotta di mithril di Frodo, che verrà consegnata alla Bocca di Sauron.
  • Quando i protagonisti decidono di cavalcare verso il Nero Cancello per attirare l’occhio di Sauron, c’è una scena in cuiAragorn prende il Palantír e si mostra all’Oscuro Signore, sfidandolo apertamente.
  • Dopo la partenza di Aragorn, nelle Case di Guarigione, vi è una sequenza in cui Éowyn e Faramir si osservano senza parlare, e la dolcezza il loro sguardo lascia intendere che i due si stiano innamorando: ecco perché dopo l’incoronazione di Aragorn li si vede assai vicini mentre applaudono.
  • Quando Frodo e Sam entrano a Mordor travestiti da orchi, scesi dalla collina vengono scambiati per orchi veri e propri e costretti a marciare verso il Nero Cancello. Riescono a fuggire poco prima di essere scoperti, scatenando una rissa durante un’ispezione.
  • Dopo che sono fuggiti dagli orchi, Frodo e Sam si tolgono i vestiti degli orchi perché sono troppo pesanti, e, mentre stanno riposando, Sam riesce a vedere le stelle nel cielo.
  • Nel finale, Aragorn, Gandalf, Legolas, Gimli ed Éomer chiamano Sauron, ma dal Nero Cancello di Mordor esce invece un suo servo: la Bocca di Sauron. Costui ha in mano la cotta di maglia in mithril appartenuta a Frodo, e la sventola davanti agli eroi come prova della sua morte. Aragorn, seppur turbato, sostiene di non credere alle parole dell’ambasciatore di Sauron e lo decapita. Il reintegro di questa scena dà un significato diverso, e più profondo, al momento in cui Aragorn e compagni caricano l’esercito al grido: “Per Frodo!”. Inoltre, nella versione cinematografica, è incomprensibile perché Aragorn abbia la spada sporca di sangue.
  • La lotta tra Frodo, Sam e Gollum sul Monte Fato è più lunga.

Vittoria agli Oscar

L’ultimo capitolo riesce ad ottenere undici premi Oscar su undici nomination ai quali era candidato eguagliando il record di Titanic e Ben-Hur; la trilogia di Jackson è, ad oggi, la trilogia che ha incassato di più nella storia del cinema. Tra le candidature, Jackson riceve il premio per la miglior regia, ma nessuno per le categorie relative agli attori.

(EN)« And the Oscar goes to…it’s a clean sweep, for Lord of the Rings – The Return of the King: Barrie M. Osborne, Fran Walsh and Peter Jackson »(IT)« E l’Oscar va a… è piazza pulita: per Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re: Barrie M. Osborne, Fran Walsh e Peter Jackson »
(Steven Spielberg alla cerimonia degli Oscar del 29 febbraio 2004 annunciando l’undicesimo e ultimo Oscar al Signore degli Anelli)

Musica

La colonna sonora originale per Il ritorno del re è stata pubblicata il 25 novembre 2003. Il suo brano di chiusura “Into the West” è stato eseguito da Annie Lennox e ha vinto nel 2004 Academy Award per la migliore canzone originale.

I brani “Twilight and Shadow”, “The End of All Things” e “The Return of the King” sono cantati da Renée Fleming ed i brani “The Black Gate Opens”, “The Return of the King” e “The Grey Havens” vedono la partecipazione di Sir James Galway.

L’album raggiunge la prima posizione in Irlanda, la quinta nella Ö3 Austria Top 40 e nella Suomen virallinen lista, l’ottava nelle Magyar Hanglemezkiadók Szövetsége e Schweizer Hitparade, la nona nella Recorded Music NZ e la decima nelleMedia Control Charts rimanendo in classifica 19 settimane ed Ultratop rimanendo in classifica 27 settimane vincendo 2 dischi d’oro.

Differenze dal libro al film

  • Nel libro non è presente lo scontro fisico, poi sedato da Frodo, tra Sam e Gollum, avvenuto poiché il primo aveva sentito il secondo pianificare un attacco ai danni dei due hobbit per sottrarre loro l’Anello. Nel libro, invece, Sam si accorge solo della doppia personalità di Gollum (Servile e Scurrile).
  • La scena in cui Pipino guarda nel Palantír di Saruman e intravede i piani del nemico sull’attacco a Gondor è differente. Nel libro è descritta nel romanzo Le due torri e non si svolge a Edoras ma sulla via del ritorno da Isengard: mentre i protagonisti e re Théoden sono accampati a dormire Pipino prende la sfera e intravede i cavalieri neri e poi Sauron; quest’ultimo, pensando che Saruman abbia preso l’Anello del Potere dagli hobbit e così facendo lo abbia tradito, invia un Nazgûl a Isengard. In seguito Gandalf si vede obbligato a partire immediatamente per Gondor.
  • Nel film i membri della Compagnia, eccetto Frodo e Sam, si ritrovano tutti ad Edoras dopo gli avvenimenti di Helm, per festeggiare la vittoria e poi da qui ripartire. Non così nel libro, dove Aragorn, Legolas e Gimli incontrano Éowyn a Dunclivo, e di qui partiranno alla volta dei Sentieri dei Morti; Dunclivo che sarà raggiunto solo in un secondo momento da Re Théoden, che poi partirà alla volta di Minas Thirit dopo l’Adunata dei Rohirrim. Gandalf invece è già partito con Pipino, e cavalca alla volta di Gondor, passando brevemente per Edoras.
  • Nel film non è presente il personaggio di Beregond, un Dunedain della Guardia della Cittadella di Minas Tirith che stringe amicizia con Pipino e partecipa al suo fianco nella Battaglia del Morannon. Nella pellicola non è stato inserito nemmeno il figlio di Beregond, Bergil.
  • Nel film è Gandalf a spingere Merry ad accendere i Fuochi di Amon Dîn, non così nel libro, dove sono già accesi prima che i due giungano nella capitale di Gondor.
  • Faramir si trova già ad Osgiliath, a presidiarla, quando viene attaccato dagli orchi. Non così nel libro, dove giunge a Minas Tirith, inseguito dai Nazgûl (e salvato da Gandalf, come del resto nel film) da Ithilien, dove era in missione; solo in un secondo momento andrà ad Osgiliath, dopo la discussione col padre, Denethor.
  • La pazzia di Denethor, elemento importante sia nel libro che nel film, non viene dettagliatamente analizzata in quest’ultimo. Nel libro si scopre che egli ha segretamente usato un Palantír e che attraverso di esso Sauron lo ha indotto allo sconforto e alla follia, mentre nel film lo si può solo intuire dalla sua affermazione “[…] Credi che gli occhi della torre bianca siano ciechi? Io ho visto più di quanto tu sappia […]”.
  • L’idea di Gollum di sbriciolare il pane elfico addosso a Sam e poi gettarlo via per far ricadere la colpa sullo hobbit è presente solo nel film. Nel libro questo non accade e infatti Frodo e Sam entrano insieme nella galleria.
  • Nel libro Aragorn viene informato circa i Sentieri dei Morti da Elladan e Elrohir, figli di Elrond assieme ad una trentina di Raminghi (la Grigia Compagnia), che lo seguono nel viaggio, non da Elrond, come nel film (che gli annuncia la presenza dei Corsari dal Sud, come anticipato da Gandalf ad Edoras; non così nel libro). Nel film, inoltre, sia i figli di Elrond che i Raminghi sono assenti.
  • Nel libro Aragorn possiede già Anduríl (ossia Narsil, la riforgiata spada di Elendil) quando parte da Gran Burrone: non gli viene, quindi, portata appositamente da Elrond come nel film.
  • Nel film Merry è condotto in guerra da Éowyn, che da subito si palesa tale agli occhi dello hobbit; non così nel libro, dove svelerà la sua reale identità solo sui campi del Pelennor.
  • Nel film Aragorn invoca i Morti all’interno della galleria labirintica, nei sotterranei del Dwimoberg; nel libro, invece, la Grigia Compagnia si imbatterà nell’Esercito dei Morti solo una volta superati i sentieri sotterranei, nei pressi del colle diErech; inoltre, nel libro manca il dialogo tra Aragorn e il loro re. Sempre nel film, Aragorn, una volta uscito dalla galleria, vede in lontananza le navi nere corsare, cosa non coerente con la geografia tolkeniana, in quanto i corsari saranno assaliti solo a Pelargir, a numerose leghe di distanza ad est.
  • Nel libro l’esercito di Sauron è composto soprattutto da Uomini del Sud, nel film da orchi.
  • Poco prima dell’assedio di Minas Tirith, al ritorno del corpo morente di Faramir, Denethor, in preda alla disperazione, dalla Cittadella incita l’esercito e il popolo a ritirarsi; Gandalf, lì presente, lo stordisce col bastone, per poi assumere il comando delle forze gondoriane. Quest’intermezzo manca nel libro e lo Stregone Bianco rincontrerà il sovrintendente solo al momento del rogo.
  • La vicenda del ragno gigante Shelob avrebbe dovuto essere inserita nel finale de Le due torri, come riportato nel libro, ma è stata comunque inserita coerentemente nel terzo film. Nel film, Sam si accorge quasi subito, appena dopo il ritrovamento di Frodo, che egli non è morto bensì solo addormentato, a causa della puntura di Shelob, non così nel libro, dove apprende la notizia nelle gallerie sotterranee a Cirith Ungol.
  • Nel libro l’intera Battaglia dei Campi del Pelennor si svolge nella più completa oscurità (la luce del sole tornerà solo al termine della battaglia), causata dall’espansione dei fumi vulcanici di Mordor inviati da Sauron per coprire le sue schiere. I cavalieri di Rohan giungono sul campo di battaglia celati dal buio e caricano di sorpresa gli eserciti nemici. Nel film, al contrario, benché il cielo sia coperto di nubi, gran parte della battaglia si svolge di giorno, con la luce del sole ben visibile; la carica della cavalleria di Rohan risulta, perciò, differente nel suo dispiegarsi, mancando l’effetto sorpresa presente nel libro. Nella trasposizione cinematografica resta pertanto inspiegabile la frase “[…] Avanti! E non temete l’oscurità […]” pronunciata da Théoden all’arrivo sui Campi del Pelennor e mutuata dall’opera di Tolkien, sebbene la spiegazione potrebbe essere ricercata nel concetto di “oscurità” e non nella materializzazione di essa.
  • Nel libro Gandalf ha un confronto con il Re stregone di Angmar dinanzi ai cancelli di Minas Tirith, appena infranti dall’ariete Grond, ma non ha luogo alcuno scontro poiché il Re stregone, udendo le trombe dei Rohirrim, torna sul campo di battaglia. Gandalf tuttavia è certamente più forte del suo nemico (dopo il ritorno nella Terra di Mezzo come Gandalf il Bianco egli stesso afferma di essere divenuto l’essere più potente in essa, uguale in spirito perfino a Sauron, sebbene la sua condizione “terrena” lo renda inferiore a quest’ultimo). Nel film, al contrario, si ha uno scontro più diretto sugli spalti di una delle cinte murarie interne della città, nel quale il Re stregone appare di gran lunga più forte dello Stregone Bianco, tanto da spezzargli il bastone e scaraventarlo giù da cavallo grazie al suo drago, sovrastando lui ePipino, fatto questo non possibile dato che Gandalf è un Maia, un’entità dello stesso rango di Sauron. Anche qui, però, il Signore dei Nazgûl è richiamato indietro dallo squillo delle trombe dei Rohirrim. Per di più, nel libro, nel momento dello scontro con Gandalf, il Re stregone monta un cavallo nero, mentre nel film monta una viverna.
  • Nel film è Pipino, accompagnato da Gandalf, a salvare Faramir dal rogo; non così nel libro, dove ad effettuare il salvataggio è lo Stregone Bianco soltanto. Inoltre, nel libro Denethor si dà fuoco da solo, una volta sfuggitogli il figlio, per poi morire seppellito dal crollo della Casa dei Sovrintendenti, a Rath Dìnen; nel film, invece, nella sua follia Denethor è rispedito sul rogo dallo scalciare di Ombromanto, avendo un attimo di lucidità nel quale si accorge che suo figlio è ancora vivo per poi morire, in fiamme, gettandosi dalle mura della Cittadella.
  • Nel film è l’Armata dei Morti di Erech a cambiare le sorti della Battaglia dei Campi del Pelennor; nel libro, invece, dalle navi dei corsari di Umbar prese da Aragorn scendono, oltre alla Grigia Compagnia, numerosi rinforzi dei Popoli del Sud amici di Gondor reclutati durante il viaggio sul fiume, i quali permettono la vittoria. L’Armata dei Morti nel libro viene lasciata libera di riposare in pace da Aragorn prima di giungere sul campo di battaglia, dopo che lo hanno aiutato a far scappare i corsari e rubare così le loro navi.
  • Nel libro Merry riesce a ferire il Re stregone di Angmar soltanto perché il suo pugnale, trovato nei Tumulilande prima di raggiungere Brea è di fattura numenoreana. Sarebbe impossibile infatti per qualsiasi arma comune ferire lo spettro. Questa particolarità non viene specificata nel film.
  • Nel film Re Théoden, prima di spirare, ha modo di rivedere per l’ultima volta Éowyn; non così nel libro, dove prima Merry e poi Éomer assistono il morente Re sul campo di battaglia.
  • Merry è ritrovato sul campo di battaglia, dopo lunghe ricerche, da Pipino, che promette di proteggerlo; non così nel libro, dove un sofferente Merry scorta la salma del Re del Mark fin dentro Minas Tirith.
  • Nel libro Merry, dopo aver affrontato il Re stregone di Angmar, viene curato da Aragorn nella Casa di Guarigione. Nel film, invece, Merry non va nella Casa di Guarigione e combatte nella Battaglia del Morannon, cosa che nel libro non accade poiché lo hobbit si trova ancora in uno stato di convalescenza.
  • Altra differenza è l’uso che Sam fa dell’Anello. Nel libro, dopo aver creduto Frodo morto e aver preso Pungolo e l’Unico, scopre grazie agli orchi che in realtà il suo padrone non è morto. A questo punto decide di indossare l’Anello per seguirli nella torre. Questo lo rende, seppur per poco tempo, un Portatore a tutti gli effetti, dandogli, quindi, la possibilità di concludere la sua esistenza nelle terre imperiture, scelta che compirà dopo aver rinunciato al suo ottavo mandato come Sindaco della Contea e dopo la morte della moglie Rosie. Nel film Sam prende semplicemente la spada e l’Anello, ma non ne fa mai uso diretto.
  • Nel film Gandalf stesso, dopo la battaglia dei Campi del Pelennor, dubita sulle sorti del Portatore e della Terra di Mezzo; non così Aragorn, che suggerisce di marciare al Nero Cancello per distogliere lo sguardo di Sauron da Frodo e permettergli così di compiere la missione. Nel libro, invece, il suggerimento strategico è dato da Gandalf, il quale non si mostra affatto sfiduciato sulle sorti della Guerra.
  • Nel libro Aragorn non uccide la Bocca di Sauron ma lo spaventa, per poi lasciarlo scappare e tornare dietro il Nero Cancello di Mordor. Nel libro Aragorn non fa nessun discorso di incoraggiamento agli eserciti, e, inoltre, non è presente alcuna scena dove quest’ultimo sta per essere sopraffatto da un troll prima della distruzione dell’Unico Anello.
  • Nel libro l’Anello viene distrutto in modo differente: Gollum, preso da un impeto di felicità estrema, inciampa e cade nella lava. Nel film cade nel baratro durante una colluttazione con Frodo.
  • La differenza più significativa è il taglio di tutta la parte relativa agli hobbit al ritorno nella Contea ed alla Battaglia di Lungacque. Nel libro infatti quando essi tornano trovano una Contea molto diversa, nuovi individui hanno preso il potere privando gli abitanti della libertà. La vicenda, piuttosto articolata, si conclude con la scoperta che il capo di questi “invasori”, un certo Sharkey, altri non è che Saruman. I quattro Hobbit, dopo aver fomentato la folla e smascherato Saruman, decidono di non uccidere lo stregone e di lasciarlo andare via con Grima Vermilinguo. E qui la scena della morte di Saruman è simile a quella vista nel film: Saruman non vuole la pietà di nessuno, si sfoga con Grima che considera suo schiavo, Grima in preda all’odio lo uccide alle spalle e gli hobbit uccidono Grima colpendolo con delle frecce, per fermarlo (nel film invece è Legolas ad uccidere Grima con una freccia). La principale differenza è che nel film la morte di Saruman e Vermilinguo avviene molto prima, dopo la caduta di Isengard.
  • Nel film l’incoronazione di Aragorn avviene nella Cittadella, alla presenza anche degli elfi, e quindi degli stessi Elrond e Arwen; non così nel libro, dove avviene ai Cancelli (distrutti) di Minas Tirith.
  • Nel film Celeborn (che qui si lascia intuire essere il terzo portatore degli Anelli elfici, e così non è, essendolo Gandalf stesso, dopo il lascito di Círdan) lascia la Terra di Mezzo insieme a Frodo, Gandalf, Bilbo, Elrond e Galadriel. Nel libro Celeborn salpa per Valinor solo molti anni dopo.

Regia di Peter Jackson

Con: Elijah Wood, Ian McKellen, Liv Tyler e Viggo Mortensen.

Fonte: WIKIPEDIA